Morto a 95 anni un vescovo della Cina continentale
(31 gennaio 2007 - RV) È morto il 4 gennaio scorso mons. Pietro Paolo LI Panshi, vescovo
di Kongmoon (Jiangmen), nella provincia di Guangdong, nella Cina Continentale. Il
presule aveva 95 anni ed era entrato nel seminario di Macao nel 1922. Ordinato sacerdote
nel ’44, per molti anni si è guadagnato da vivere coltivando una piantagione di banane
ed allevando conigli, senza mai trascurare l’annuncio del Vangelo nel suo ambiente
di lavoro. Soltanto nel 1981, anni dopo la Rivoluzione Culturale (1966-1976), ha potuto
riprendere il suo ministero pastorale e nel settembre dello stesso anno è stato consacrato
vescovo. Una delle sue principali preoccupazioni di pastore è stata l’opera di riconciliazione
fra i cattolici. Era un uomo austero con se stesso, sempre affabile e ospitale con
gli altri. I pochi risparmi della sua vita molto frugale li ha devoluti alla formazione
del clero, altro compito al quale il presule ha dedicato le proprie premure fra enormi
difficoltà. La diocesi di Jiangmen conta, attualmente, circa 20 mila cattolici, sparsi
nelle città di Foshan, Jiangmen e Zhongshan, e nelle 20 contee della campagna. Per
seguire pastoralmente le comunità dei cattolici, i sacerdoti - due anziani e sei giovani
- devono parlare tre lingue: il cantonese, l’hacca e il mandarino, oltre a dialetti
locali. I funerali di mons. LI Panshi sono stati celebrati da mons. Giuseppe Liao
Hongqing, vescovo di Kaying, (Meixian/Meizhou), alla presenza di un migliaio di cattolici
e di non pochi rappresentanti delle autorità civili. La salma è stata tumulata nel
cimitero cattolico di Zhongshan.