Repubblica Ceca I vescovi replicano ad accuse su preti collaborazionisti
PRAGA, 31 gen 07 - Anche nella Repubblica Ceca si riaccende il dibattito sui
preti collaboratori con il passato regime comunista. Secondo gli storici, durante
gli anni delle persecuzioni contro la Chiesa in Cecoslovacchia, un sacerdote su dieci
avrebbe avuto rapporti con la Sdt la temuta polizia segreta comunista. Tra le personalità
segnalate dai media locali in queste settimane anche il Presidente della Conferenza
episcopale, mons. Jan Graubner, arcivescovo di Olomouc. I vescovi hanno affidato a
una nota la replica alle accuse: “La Chiesa – affermano - è stata innanzitutto vittima
e perseguitata”. Se è vero che alcuni suoi esponenti hanno collaborato, soprattutto
per paura, molti sono stati coloro che hanno pagato a caro prezzo la propria fedeltà
alla Chiesa. E’ singolare - osserva la nota - che i media e l’opinione pubblica,
mentre si accaniscono contro persone che sono state per lo più vittime, tollerino
invece la presenza in Parlamento degli eredi di quei tempi. I vescovi cechi fanno
inoltre notare che la Chiesa si è occupata da subito dei dossier dei sacerdoti collaborazionisti,
costringendo personalità importanti a dimettersi. Nel 1990, un anno dopo la caduta
del regime, l’Episcopato cecoslovacco aveva poi organizzato un pellegrinaggio di purificazione
al Santuario di Velehrad per tutti i colpevoli di spionaggio e i sacerdoti coinvolti
sono stati sollecitati a più riprese a rendere pubblica la loro situazione e a chiedere
perdono. “Quale categoria della popolazione ha fatto una cosa simile e così rapidamente?”,
chiedono quindi i vescovi che invitano in conclusione i media ad essere più cauti
sulle informazioni contenute nei dossier della Sgt e a verificarne l’autenticità.
(Apic; Cns – ZENGARINI)