La prima Giornata europea della protezione dei dati personali
(29 gennaio 2007 - RV) Si celebra oggi la prima “Giornata europea della protezione
dei dati personali”. L’iniziativa, promossa dal Consiglio d'Europa con il sostegno
della Commissione Europea, ha lo scopo di sensibilizzare tutti i cittadini sui diritti
e sulle libertà fondamentali legati alla tutela della vita privata. Per celebrare
questo primo appuntamento, il Garante italiano per la privacy ha deciso di puntare
sui giovani, perché ritenuti i più esposti ad un uso illecito dei loro dati personali
e spesso i meno consapevoli dei pericoli che si corrono nell'uso delle nuove tecnologie,
ricche di opportunità, ma dense di rischi e pericoli, siano esse Internet o i videofonini.
Il Garante ha dunque invitato stamani nella propria sede di Roma gli studenti di alcune
scuole superiori per stimolare un confronto sul tema della protezione dei dati e per
presentare una serie di iniziative che avranno corso nel 2007. All'iniziativa ha partecipato
anche il Ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, insieme a rappresentanti
delle istituzioni italiane ed europee. Fissata nella ricorrenza della firma della
Convenzione che regola il trattamento dei dati personali. E’ necessario equilibrare
- osserva in un messaggio per la Giornata, Franco Frattini vicepresidente della Commissione
europea e commissario alla Giustizia, Libertà e Sicurezza - l'accesso ai dati da parte
di coloro che proteggono la nostra sicurezza e combattono la criminalità con i diritti
alla protezione della privacy dei cittadini. Questo equilibrio - secondo Frattini
- ancora non c'è”. Da qui il proposito annunciato di voler “organizzare ad ottobre
2007 una conferenza sulla protezione dei dati e la tecnologia”. “Tutti gli individui
in Europa - prosegue Frattini - hanno diritto ad una migliore informazione su questi
temi che sono centrali per la loro vita. Ogni volta che qualcuno va su Internet, organizza
un viaggio, riceve cure sanitarie, usa la carta di credito, fornisce dati personali
che, se usati male, possono trasformarsi in una grave violazione della privacy”. Grazie
alle norme dettate dall'Europa - ricorda Frattini – “autorità indipendenti sulla protezione
dei dati operano nei 27 Paesi membri dell'Europa allargata, ricoprendo un ruolo importante
nella sorveglianza dei principi sulla protezione dei dati. Questi principi non dovrebbero
essere percepiti come un fardello ma, al contrario, come un modo di rafforzare la
fiducia nei modi in cui vengono trattati i dati personali, soprattutto con lo sviluppo
delle nuove tecnologie”. **********