Italia/Ungheria: L'abate benedettino di Pannonhalma difende la Chiesa dalle accuse
di collaborazionismo
ROMA, 30 gen07 - "Quelli che accusano la Chiesa si sbagliano quando prendono in considerazione
solo la gerarchia, perché la Chiesa di Cristo sono anche tutti i fedeli". Lo ha detto,
domenica, padre Asztrik Várszegi, abate benedettino di Pannonhalma (Ungheria) e storico
della Chiesa. L’abate ha rilasciato la dichiarazione al Programma ungherese della
Radio Vaticana, a proposito dei preti che hanno collaborato con i regimi comunisti.
"Per i capi religiosi - ha spiegato l'abate Várszegi - è stato difficilissimo servire
gli obiettivi veri della Chiesa, perché i loro ambienti erano pieni di manipolatori.
Siamo fieri dei nostri santi ed eroi, che hanno sofferto in silenzio, e chiediamo
perdono per quelli che sono stati ricattati e costretti a cooperare con il sistema".
Várszegi ha ricordato che "c'è una nuova generazione ora, con una coscienza storica
pulita, che vuole svelare il passato”. L’abate in una intervista sull’ultimo numero
di "Inside The Vatican" dopo il caso di mons. Wielgus definisce anche quella della
Polonia una "Chiesa di martiri e non di collaboratori" e aggiunge che "il vero problema
non è trovare i colpevoli ma capire cosa è successo davvero. Il comunismo rendeva
malate le anime umane. Di questa malattia soffrono ancora le società dell'Est europeo.
Nostro compito storico è chiarire il passato per vivere un futuro più degno". (Sir
– MANCINI)