L'ecumenismo è parlare insieme con gli altri il linguaggio dell'amore, alleviando
le sofferenze dell'uomo. Così il Papa all'Angelus
(21 gennaio 2007 - RV) L’ecumenismo è “il desiderio ardente di ascoltare l’altro”
e “di parlare insieme a lui il linguaggio dell’amore reciproco”, in un dialogo profondo
che si traduce in “fraterna collaborazione per alleviare le sofferenze dell’uomo”.
E’ quanto ha detto oggi il Papa all’Angelus in Piazza San Pietro, nel 4° giorno della
Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che si sta svolgendo sul tema “Fa
udire i sordi e fa parlare i muti!”. Presenti circa 50 mila pellegrini nonostante
la giornata nuvolosa. Il servizio di Sergio Centofanti.
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tema specifico di questo 4° giorno della Settimana di preghiera invita a riflettere
sul “silenzio dei dimenticati e il pianto dei sofferenti” perché “se una parte soffre,
tutte le altre soffrono con essa”. E Benedetto XVI ha ricordato che quest’anno il
progetto iniziale per la Settimana di preghiera, adattato poi dal Comitato Misto internazionale,
è stato preparato dai fedeli di Umlazi, in Sud Africa, “città molto povera, dove l’aids
ha assunto proporzioni di pandemia e dove ben poche sono le speranze umane. Ma Cristo
risorto – ha sottolineato - è speranza per tutti”. E “lo è specialmente per i cristiani:
“Eredi
di divisioni avvenute in epoche passate, essi hanno voluto in questa circostanza lanciare
un appello: Cristo può tutto, egli ‘fa udire i sordi e fa parlare i muti’ (Mc 7,37),
è capace cioè di infondere nei cristiani il desiderio ardente di ascoltare l’altro,
di comunicare con l’altro e di parlare insieme a lui il linguaggio dell’amore reciproco.
La Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani ci ricorda così che
l’ecumenismo è un’esperienza dialogica profonda, un ascoltarsi e parlarsi, un conoscersi
meglio; è un compito che tutti possono svolgere, specialmente per quanto riguarda
l’ecumenismo spirituale, basato sulla preghiera e la condivisione per ora possibile
tra i cristiani”.
Il Papa auspica che “l’anelito per l’unità, tradotto
in preghiera e fraterna collaborazione per alleviare le sofferenze dell’uomo, possa
diffondersi sempre più a livello delle parrocchie e dei movimenti ecclesiali e tra
gli Istituti religiosi”: “Sono riconoscente a quanti, in ogni parte
del mondo, con convinzione e costanza pregano e operano per l’unità. Maria, Madre
della Chiesa, aiuti tutti i fedeli a lasciarsi intimamente aprire da Cristo alla comunicazione
reciproca nella carità e nella verità, per diventare in Lui un cuore solo e un’anima
sola”.
Quindi Benedetto XVI ha invitato i fedeli a partecipare il prossimo
25 gennaio, alle 17.30, nella festa liturgica della Conversione di San Paolo, ai
Vespri da lui presieduti nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, a conclusione
della “Settimana di preghiera”:
“Vi attendo numerosi a tale incontro liturgico,
poiché l’unità si fa soprattutto pregando, e più la preghiera è corale, più è gradita
al Signore”.
Al termine dell’Angelus il Papa ha ricordato che la diocesi
di Roma celebra oggi la Giornata della scuola cattolica, rinnovando il proprio apprezzamento
e incoraggiamento per quanti lavorano nelle scuole cattoliche ponendosi “al servizio
della crescita integrale della persona” e “cercando sempre di coniugare la qualità
dell’istruzione con l’impegno educativo”.
Infine il Papa ha salutato con
affetto i promotori del progetto “Cambia gioco”, che nella città di Lecce hanno invitato
i bambini ad abbandonare le armi-giocattolo:
“ Mi congratulo per questa
iniziativa e vorrei allargare l’appello: preserviamo l’infanzia dal contagio della
violenza! A tutti auguro una buona domenica”.