Turchia. Assassinato il giornalista Dink: era impegnato per far riconoscere il genocidio
armeno
(20 gennaio 2007 - RV) Dura condanna delle autorità turche all’omicidio del giornalista
armeno Hrant Dink, assassinato a colpi d'arma da fuoco ieri a Istanbul. Dink, 53 anni,
era stato condannato nell'ottobre 2005 a sei mesi di prigione con la condizionale
per insulto all'identità nazionale turca, con le sue denunce sul genocidio degli armeni
durante la Prima Guerra Mondiale. Il primo ministro Erdogan ha definito l’assassinio
un attentato alla pace e alla stabilità del Paese. Anche l’Unione europea – attraverso
il commissario all'allargamento Olli Rehn – ha parlato di “brutale atto di violenza”
di “un rispettabile intellettuale che contribuiva ad aprire un dibattito pubblico”
sulla causa armena. Ma la morte di Hrant Dink va davvero collegata al suo impegno
per il riconoscimento del genocidio degli armeni? Giada Aquilino lo ha chiesto ad
Antonio Ferrari, inviato speciale del Corriere della Sera e grande conoscitore delle
questioni turche: