2007-01-19 13:21:01

Riconoscimento giuridico della Chiesa cattolica in Turchia e stima per l'islam: le parole del Papa al nuovo ambasciatore turco


(19 gennaio 2007 - RV) Il rispetto della Chiesa per l’islam e del Papa per i credenti musulmani. Sono i due valori ribaditi questa mattina da Benedetto XVI al nuovo ambasciatore della Turchia presso la Santa Sede, Muammer Dogan Akdur, ricevuto in udienza per la presentazione delle Lettere credenziali. Il Papa ha ricordato il recente viaggio in terra turca di fine novembre ed ha rinnovato i vincoli di amicizia con il Paese, tornando a chiedere il riconoscimento di uno Statuto giuridico che garantisca alla piccola Chiesa turca un’effettiva libertà religiosa. I particolari, nel servizio di Alessandro De Carolis. RealAudioMP3

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Denunciare la violenza camuffata da motivi religiosi e collaborare per la pace e il rispetto dell’uomo. A distanza di un mese e mezzo da un viaggio apostolico già archiviato come storico dalla memoria collettiva, e “indimenticabile” da quella sua personale, Benedetto XVI è tornato a insistere, davanti al nuovo ambasciatore della Repubblica turca presso la Santa Sede, sulla necessità che le persone di fede - siano esse cristiane o musulmane - avvertano l’imperativo di testimoniare la comprensione, la fraternità, e mai quello di perpetrare un qualsiasi abuso in nome di Dio:

“DANS LE MONDE ACTUEL OU LES TENSIONS…
Nel mondo attuale dove le tensioni sembrano esacerbarsi, la convinzione della Santa Sede è che i credenti delle differenti religioni debbano sforzarsi di lavorare insieme in favore della pace iniziando col denunciare la violenza, troppo spesso usata in passato con il pretesto di motivazioni religiose, imparando a conoscersi e a rispettarsi meglio per edificare una società sempre più fraterna”.


Nel ricordare poi il profondo radicamento della Chiesa cattolica nella società turca, all’interno di un Paese che ha visto sorgere le prime comunità cristiane, Benedetto XVI ha riproposto, come già a novembre durante la visita apostolica, l’urgenza di una regolamentazione dei rapporti tra la Chiesa e le autorità locali. A partire dalla Costituzione turca, che garantisce libertà di culto a tutti i credenti, “la Chiesa cattolica auspica – ha detto il Papa – di poter beneficiare di uno Statuto giuridico riconosciuto che realizzi un’istanza di dialogo ufficiale fra la Conferenza episcopale e le autorità dello Stato”. Benedetto XVI ha rivolto quindi un saluto ai cattolici turchi, incontrati in particolare durante la tappa ad Efeso, il 29 novembre scorso, e un altro saluto “con affetto” lo ha indirizzato al Patriarca Ecumenico, Bartolomeo I.

Nell’indirizzo di saluto al Papa, l’ambasciatore turco ha ringraziato Benedetto XVI per le “benevole parole in favore delle aspirazioni europeistiche” del suo Paese, sottolineando come il viaggio apostolico abbia contribuito ad “appianare alcuni malintesi” e a “rinforzare il dialogo fra le religioni e le culture”. Benedetto XVI, dal canto suo, ha detto di apprezzare il lavoro diplomatico svolto dalla Turchia soprattutto in Medio Oriente e nella ricostruzione post-bellica del Libano. A fronte del fermento che si registra in tutte quelle parti del globo in cui la stabilità è annientata o in pericolo, la Santa Sede, ha riaffermato il Papa, non smette di richiamare chi governa ai valori più alti:


“LA MONDIALISATION DES ECHANGES…
La mondializzazione degli scambi, già evidente a livello economico e finanziario, deve evidentemente accompagnarsi a impegni politici comuni a livello planetario, per garantire un sviluppo durevole e organizzato che non esclude la persona e assicura un avvenire equilibrato alle persone, alle famiglie e ai popoli”.
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