2007-01-17 14:57:07

“Sulla strada della mobilità sostenibile”: documento finale del II incontro internazionale di pastorale della strada


(17 gennaio 2007 -RV) “Sulla strada della mobilità sostenibile” è il titolo del documento finale del II Incontro Internazionale di Pastorale della Strada, promosso dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti i primi giorni di dicembre. Nel suo messaggio in occasione dell’inizio dell’incontro il Papa aveva espresso apprezzamento per l’iniziativa “volta ad approfondire e stimolare azione pastorale in confronti di quanti operano o si trovano a vivere sulle strade”. Il servizio di Fausta Speranza: RealAudioMP3
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Per difendere la vita bisogna osservare le regole del traffico, l’infrazione delle quali conduce “a gravi perdite di vite umane”: è la prima considerazione del cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio. L’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Dicastero, collega l’apostolato della strada al segno dei tempi che è la mobilità umana, sottolineando i due grandi aspetti del fenomeno: migrazione ed itineranza. Dal documento emergono “le necessità pastorali del mondo della strada”. Cioè come fare una pastorale sulle strade, nelle piazzole di sosta, nelle stazioni di servizio, negli autogrill. Parliamo di chi vive e lavora nell’ambiente stradale: camionisti, automobilisti, persone che per lavorare devono sopportare lunghi tragitti. Ma anche di chi la strada la subisce: minori, uomini e donne sfruttati, clochard. Per costoro la pastorale deve essere intesa “come lo sguardo del buon samaritano” e tradursi “in presenza di accoglienza e di servizio”. La strada – si legge nel documento – diventa “cifra della vita e definisce un modo di essere uomo e donna in una società proiettata nella velocità e nel cambiamento, nella competizione e nel consumo, relegando nell’indifferenza o nella deriva chi non corre, chi non compete e non consuma, chi è sfruttato o abita la strada”. A questo proposito emergono raccomandazioni a favore dei professionisti del trasporto stradale e degli abitanti della strada, sulla scia della considerazione del cardinale Martino. L’obiettivo è “approfondire l’attenzione pastorale per una mobilità sicura, sostenibile, che rispetti la vita, l’uomo, la sua dignità, i suoi diritti e il suo destino”. Il tutto considerando anche che “la situazione dei ragazzi e delle donne di strada, e dei senzatetto, è di assoluta vulnerabilità e rispondere al loro inespresso bisogno di salvezza e di insicurezza, andando loro incontro dove sono, nella strada, e non solo aspettandoli nei centri di ascolto”.
Ci sono esperienze fatte che vengono presentate. Ad esempio, un camion-cappella per celebrare la Messa nelle aree di servizio stradale, come è in uso in Brasile e come è stato illustrato dal padre Mariam Litewka CM. Un telefono amico per camionisti, con il quale il lavoratore può mettersi in contatto con un sacerdote o un altro operatore pastorale, è l’esperienza riportata da mons. Wolfgang Miele, direttore nazionale per le migrazioni della Conferenza episcopale tedesca e relativa al sud della Germania. Mons. Miele ha sottolineato “la solitudine che soffrono nel loro lavoro, percorrendo lunghi tratti di strada da soli, per giorni e addirittura settimane. C’è poi chi ha pensato che anche le ferrovie sono strade. Mons. Oliviero Pelliccioni, cappellano della Stazione Termini di Roma, porta l’esperienza nata come pastorale aziendale. Rivolta ai ferrovieri, l’iniziativa intende “accompagnarli nella loro particolare attività lavorativa, più con la presenza e la compagnia che con i discorsi”. E’ l’esperienza, dunque, del cappellano della Stazione Termini di Roma che avvicina i ferrovieri “come un amico e un fratello”. In particolare per quanto riguarda l’impegno a favore delle persone senza fissa dimora e dei ragazzi di strada, c’è l’operato della Comunità di Sant’Egidio, rappresentato dalla dott.sa Francesca Zuccari. Il suo spazio di azione è non soltanto in Italia e in Europa, ma anche in Africa, America Latina e Asia. C’è poi la “decennale esperienza di pastorale a favore delle donne e dei minori vittime di traffico e di sfruttamento sulle strade” portata avanti da congregazioni religiose femminili. E in Australia c’è la ricca esperienza di recupero dei ragazzi di strada in Australia testimoniata da padre Christopher Riley, Salesiano, che raccomanda coraggio e perseveranza, senza arrendersi mai, nell’intraprendere questo impegno pastorale.
In conclusione, si legge nel documento che “la Chiesa segue il cammino dell’uomo con interesse, con sollecitudine, secondo la volontà di Dio in Cristo”. “Dove c’è l’uomo, con le sue gioie e i suoi dolori, lì c’è la Chiesa, con la sua presenza pastorale, viene ricordato aggiungendo che “l’attenzione ecclesiale verso la mobilità non si esaurisce però in una presenza generica, ma si manifesta nel proclamare il Vangelo, attraverso la testimonianza, la parola, l’azione pastorale in quei luoghi e ambienti dove gli uomini e le donne contemporanei conducono forme specifiche di vita, generate attraverso l’assunzione di responsabilità di lavoro o nel tentativo di sopravvivere.
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