2007-01-17 17:38:18

Mons. Sako: l'Iraq si sta sbriciolando, cristiani sempre più soli


(17 gennaio 2007 - RV) In Iraq, un camion imbottito di esplosivo e lanciato da un kamikaze contro una stazione di polizia di Kirkuk ha causato, secondo fonti locali, la morte di almeno 7 persone. Si deve registrare, poi, un nuovo sequestro: nel Kurdistan iracheno è stato rapito un imprenditore russo. E’ inoltre di almeno 105 morti il bilancio complessivo, ma ancora provvisorio, degli attentati condotti ieri a Baghdad, in un mercato rionale, nei pressi di una moschea e davanti all’Università. L’attacco sferrato nelle vicinanze di un campus universitario ha provocato in particolare almeno 60 morti, in gran parte studenti. Sulla sempre più difficile realtà irachena, il servizio di Amedeo Lomonaco:
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La gravità della situazione in Iraq è confermata anche dall’ultimo rapporto delle Nazioni Unite: l’ONU ha reso noto, infatti, che nel solo 2006 attacchi, scontri e attentati hanno causato la morte di almeno 34.500 civili iracheni. Si continua a discutere, poi, sui possibili effetti delle condanne a morte, eseguite nei giorni scorsi nel Paese arabo: secondo il presidente americano, George Bush, l’esecuzione dell’ex capo di Stato iracheno, Saddam Hussein, è sembrata “un assassinio per vendetta”. Bush ha anche ammesso, in un’intervista concessa ad una emittente televisiva americana, che la strategia adottata in Iraq fino alla decisione di inviare rinforzi era destinata ad “un lento fallimento”. Per questo, ha aggiunto il capo della Casa Bianca, saranno inviati rinforzi per aiutare il governo di Baghdad a garantire un’adeguata cornice di sicurezza. Ma i continui scontri tra sciiti e sunniti, l’esecuzione di Saddam Hussein e di suoi due stretti collaboratori, possono alimentare, secondo l’arcivescovo caldeo di Kirkuk, mons. Luois Sako, insanabili fratture e portare ad uno sbriciolamento dell’Iraq. Per i cristiani, in particolare, c’è il rischio di vivere in una regione ghetto. La cosa migliore – dichiara mons. Sako in un’intervista rilasciata all’agenzia Asia News – sarebbe quella di garantire uguale libertà di religione in tutte le aree del Paese arabo.
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Restiamo in Iraq, dove l’ex vice presidente iracheno Tareq Aziz ha chiesto asilo al governo italiano e al Vaticano. Aziz, ha detto uno dei suoi avvocati, è detenuto dal 2003 in un carcere a Baghdad ma contro di lui non è stata sollevata alcuna accusa formale. Nel Paese arabo, intanto, sono forti i timori di un deterioramento dei rapporti, già molto tesi, tra sciiti, sunniti e curdi. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Alberto Negri, inviato speciale del Sole 24 Ore:
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R. – Credo che, tra qualche tempo, potremmo assistere al moltiplicarsi dei problemi iracheni. Non sono difficili solo i rapporti tra sunniti e sciiti, ormai degradati al livello di un conflitto per il potere molto forte. Sono molto tesi i rapporti anche all’interno dello stesso schieramento sciita.
D. – Ci potrà essere un ruolo, non solo istituzionale, per curdi e sunniti nel nuovo Iraq gestito dagli sciiti?
R. – L’attuale leadership irachena è molto influenzata e condizionata dalle fazioni più radicali; non può fare a meno di venire a patti ad esempio con lo sciita al Sadr, a capo del cosiddetto esercito del Maadi composto da migliaia di uomini, che possono essere mobilitati. Quindi, questo condizionamento molto forte da parte dell’estremismo islamico influenzerà anche i rapporti, in primo luogo, con i sunniti, ma anche con gli stessi curdi.
D. – A proposito di questo si parla dell’utilizzo di squadre armate di peshmerga, curdi a Baghdad?
R. – Non è una novità, perché all’indomani della caduta del regime di Saddam Hussein per diversi mesi i peshmerga erano inseriti nei check-point, nei posti di blocchi intorno e dentro la capitale irachena. Certo che questo ritorno dei peshmerga, per essere utilizzati in chiave di ordine pubblico ed eventualmente per essere schierati in azioni antiguerriglia, costituisce un interrogativo, perché l’etnia curda è malamente sopportata dai sunniti e non troppo tollerata neppure in realtà dagli sciiti, loro alleati.
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