PAKSE, 18 gen ’07 - A sei mesi dalla storica ordinazione dell’Oblato di Maria Immacolata
Somphone Vilavongsy, avvenuta il 18 giugno a Vientiane, dopo tre decenni di persecuzioni
e assenza di vocazioni, la piccola comunità cattolica del Laos ha festeggiato lo scorso
dicembre tre nuove ordinazioni sacerdotali. I nuovi presbiteri sono Pietro Wilaiphorn
Phonasa e Luca Sukpaphorn Duangchansai ordinati il 9 dicembre a Takhek dal Vicario
apostolico mons. Giovanni Sommeng Worachak, e padre Andrew Souksaveth ordinato il
30 dicembre a Pakse dal vicario apostolico mons. Louis Marie Mangkhanekhoun. Con la
loro ordinazione, nel solo arco di un anno il numero dei sacerdoti nel Paese è cresciuto
del 30 per cento, portando a 15 il numero totale a cui vanno aggiunti tre vescovi.
Il dato sembra dunque confermare il nuovo corso del regime comunista al potere dal
1975, che ha concesso timide aperture in tema di libertà religiosa solo a partire
dal 1991, con l'approvazione di una nuova Costituzione. Su quasi sei milioni
di abitanti, in maggioranza buddisti e animisti, il Laos conta oggi 35-40mila cattolici,
compresi nella giurisdizione di quattro vicariati apostolici. Dopo l’espulsione di
tutti i missionari stranieri nel 1975, oggi la vita della Chiesa locale dipende in
larga parte dai fedeli laici. Sono attualmente presenti case di formazione delle suore
Amanti della Croce (vietnamite) e delle Suore di carità di S. Giovanna Antida (francesi).
Esiste poi un seminario maggiore a Paksé, autorizzato, ma controllato dal regime.
Un particolare legame con il Laos lo hanno gli Oblati di Maria Immacolata. Più di
100 di loro, soprattutto francesi e italiani, sono stati missionari nel Paese tra
il 1935 e il 1975. Durante la guerra, sette Oblati furono uccisi e, dopo la vittoria
dei comunisti, tutti gli altri espulsi. (Ucan – ZENGARINI)