INDIA/SUDAFRICA: L'ARCIVESCOVO DI DURBAN ILLUSTRA LE MISURE ANTIAIDS DELLA CHIESA
SUDAFRICANA
INEW DELHI, 16GEN07 - “Siamo chiamati a testimoniare Cristo andando incontro ai nostri
fratelli e alle nostre sorelle che convivono con l’Hiv/Aids nelle nostre comunità
o in altre zone”. Lo ha detto il cardinale sudafricano Wilfrid Fox Napier, arcivescovo
di Durban, ospite a New Delhi nella sede della Conferenza dei Vescovi Cattolici
dell’India (CBCI). Qui, nei giorni scorsi, la speciale Commissione per la salute aveva
promosso un incontro proprio sui temi collegati alla diffusione dell’Hiv/Aids. All’invito
avevano risposto medici, rappresentanti di organizzazioni non governative, leader
ecclesiali e persone che svolgono il loro lavoro nell’opera di contenimento della
pandemia. “Il nostro essere riuniti qui – ha voluto ribadire il cardinale Napier
- non è una coincidenza, ma parte del piano di Dio su come rendere visibile Gesù
attraverso il nostro servizio compassionevole nei confronti della gente affetta da
Hiv/Aids. Può essere – ha aggiunto - che non siamo capaci di compiere miracoli come
Gesù, ma lì dove l’amore di Cristo appare in modo tangibile i miracoli avvengono”.
L’India e il Sudafrica affrontano lo stesso problema relativamente alla pandemia;
anche il numero delle vittime è simile: 5.7 milioni nel primo caso, 5.4 milioni nel
secondo, ha specificato l’arcivescovo di Durban, che ha avvertito come, nonostante
le cifre, la cosa più importante è l’impatto della malattia sulla gente e la stigmatizzazione
sociale ad essa associata. ”C’è speranza tra quanti sono affetti da Hiv che qualcuno
verrà e mostrerà loro che Dio non li ha abbandonati”, ha detto Napier, che ha subiro
riassunto l’esperienza della Chiesa in Sudafrica. “All’inizio la Chiesa non comprendeva
la gravità della situazione e pensava che si trattasse solo di una malattia locale”,
ha ricordato, aggiungendo che è stato attraverso il gesuita Ted Rogers che i presuli
sudafricani hanno saputo che cosa fosse l’Aids, della sua diffusione e della necessità
di contenerlo e di aiutare le vittime.
La Conferenza Episcopale del Sudafrica
ha perciò voluto istituire un ufficio specializzato per l’Aids al fine di coordinare
gli sforzi di ogni diocesi in questo senso. “Il successo – ha ricordato l’arcivescovo
- è stato notevole, considerando che i cattolici rappresentano solo l’8% della popolazione
sudafricana”.
L’ufficio per l’Aids svolge varie funzioni, tra cui
il coordinamento delle assistenze domiciliari ai malati. “In ogni caso, i passi compiuti
non sono sufficienti – ha detto infine il cardinale Napier -; è necessario prendersi
cura in modo particolare degli orfani e dei bambini vulnerabili, perché sono le potenziali
vittime”. (Zenit – MANCINI)