Commozione ai funerali di una delle vittime della strage di Erba
(13 gennaio 2007 - RV) “A fronte del disprezzo della vita barbaramente manifestato
da menti e mani assassine, il Signore ci chiede di rinnovare il nostro ‘si’ incondizionato
alla vita e al suo rispetto in ogni caso, nella convinzione che essa è dono di Dio”.
Lo ha detto il vicario episcopale per la zona di Lecco, mons. Bruno Molinari, durante
i funerali di Paola Galli, mamma di Raffaella Castagna e nonna del piccolo Youssuf,
tutti vittime della strage provocata da Olindo e Rosa Romano. Nel pomeriggio si sono
poi svolti a Montorfano, sempre nel comasco, i funerali di Valeria Cherubini, la
vicina di Raffaella, anche lei uccisa dai Romano. Ma quale è la realtà di Erba, la
cittadina in cui è avvenuta la strage? Luca Collodi lo ha chiesto a don Antonio Paganini,
parroco di Santa Maria Nascente, chiesa in cui si sono svolti i funerali:
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– Io sono parroco da dieci anni e non penso che Erba sia una realtà così difficile
dove confluiscono disvalori con esplosioni della portata che sappiamo. Mi pare che
qui si respiri quell’atmosfera culturale che è un po’ dilagante, ma la realtà erbese
è di grande tradizione cristiana. Basterebbe pensare alle numerose case di spiritualità,
case anche religiose; proprio in Erba si contano più di 120 associazioni di volontariato.
Si è trattato di un fatto estraneo alla realtà erbese e si è provato ancor più sconcerto
dato che gli autori sono persone arrivate da fuori. Sappiamo che questo clima generale
di conflittualità va contrastato. L’impegno che ci assumiamo come parrocchie e anche
come istituzioni civili, riflettendo su quello che è capitato, è di coltivare uno
stile di convivenza diverso; bisogna rifarsi allo stile evangelico di reciproca accoglienza
e di reciproco affetto e stima. Credo che la realtà erbese abbia bisogno di essere
difesa da questa ombra.
D. – Don Antonio, Carlo Castagna, il papà di Raffaella,
il marito di Paola Galli e il nonno del bambino ucciso, ha avuto la forza di perdonare;
questo è un elemento che vorremmo sottolineare anche con lei…
R. – E’ la
testimonianza più bella che dimostra l’efficacia della fede; in certi momenti, se
manca questa forza interiore, anche il perdono diventa una cosa impossibile. Ma se
la fede è profonda e ben radicata rende capace di questi atteggiamenti interiori che
sembrerebbero impossibili. **********