Negli USA per la prima volta in 20 anni i favorevoli alla pena di morte diventano
minoranza
(10 gennaio 2007 - RV) L’esecuzione di Saddam Hussein ha riacceso negli Stati Uniti
il dibattito sulla pena di morte, sul carattere disumano di questa pratica e sulla
sua effettiva necessità. Con una significativa novità rispetto al passato: secondo
l’ultimo sondaggio 2006 della Gallup, per la prima volta in vent’anni il numero degli
americani favorevoli alla pena alternativa dell’ergastolo supera, sia pure di poco,
quello di coloro che continuano a preferire la pena di morte. Un segnale decisamente
positivo per i vari movimenti che da anni si battono per la sua abolizione negli Stati
Uniti e che conferma una decisa inversione di tendenza. Anche se la differenza tra
favorevoli e contrari è minima – il 48 per cento contro il 47 –, rispetto agli anni
passati il cambiamento è netto: nel 2005 lo scarto era del 17 per cento a favore di
coloro che preferivano la pena di morte all’ergastolo. Questo mutato orientamento
– spiega all’agenzia CNS Frank McNeirney, fondatore dell’associazione Catholics Against
Capital Punishment – si riscontra nella stessa misura anche tra i cattolici, come
indica un’indagine commissionata nel 2005 dalla Conferenza episcopale. Secondo McNeirney
al nuovo trend ha contribuito in parte il messaggio chiaro e netto contro la pena
di morte lanciato da Giovanni Paolo II durante la sua visita a Saint-Louis nel 1999.
Da rilevare anche il contributo dei movimenti pro-vita negli Stati Uniti, che in questi
ultimi tempi hanno cominciato ad affrontare anche questo tema, dopo essersi a lungo
concentrati solo su quello dell’aborto. Il mutamento non è solo limitato ai dibattiti
politici, ma si riscontra anche nella giurisprudenza: in questi mesi in diversi Stati
americani dove si pratica l’iniezione letale, molte esecuzioni sono state temporaneamente
sospese dalle Corti statali, dopo le contestazioni sulla presunta maggiore “umanità”
di questa pratica. Quest’anno sono state già presentate alla Corte Suprema degli Stati
Uniti quattro istanze di sospensione. E’ poi di questi giorni la notizia che una speciale
Commissione del New Jersey incaricata di studiare l’applicazione della pena capitale
nello Stato, ha raccomandato ai legislatori la sua sostituzione con l’ergastolo. Ieri
intanto è stata eseguita la prima pena capitale del 2007 negli Stati Uniti. Un uomo
di 37 anni, Corey Hamilton, condannato all’esecuzione per l'uccisione di quattro
impiegati di un ristorante di Tulsa nel 1992, e' stato messo a morte con un'iniezione
letale nel penitenziario di McAlester, in Oklahoma. Una ventina di parenti delle
vittime hanno assistito all’esecuzione che è durata sei minuti.