(10 gennaio 2007 - RV) Sale a 58 il numero delle vittime dell’influenza aviaria in
Indonesia, un terzo del totale nel mondo. Il tragico bilancio – riferisce AsiaNews
- è stato aggiornato questa mattina con la morte di un ragazzo indonesiano di 14 anni,
ricoverato il 6 gennaio scorso nell’ospedale di Persahabtan a Giakarta. Un dato ancora
provvisorio e destinato purtroppo a crescere nell’area asiatica considerando che c’è
da registrare l’esplosione di nuovi focolai di infezione fra gli allevamenti vietnamiti
e un contagio umano in Cina: si tratta di un contadino di 37 anni della provincia
orientale cinese dell’Anhui, che a dicembre ha contratto il virus H5N1 e che, tuttavia,
secondo il Ministero della salute, sarebbe completamente guarito. Per quanto riguarda
il Vietnam le autorità locali temono che il contagio possa colpire, in poco tempo,
l’intera nazione. Dinh Cong Than, direttore del Dipartimento veterinario della provincia
di Kien Giang, ha spiegato che nelle province di Ca Mau, Bac Lieu, Hau Giang e Kien
Giang, diversi allevamenti di polli sono risultati infetti. Il problema più grave,
aggiunge, “è che non riusciamo a far rispettare il decreto governativo che proibisce
la cattura e l’allevamento delle anatre selvatiche”. Proprio questi animali – ha aggiunto
- “sono alla base dell’alimentazione locale e non presentano alcun sintomo della malattia
fino alla morte”. Da quando è apparsa, la malattia ha ucciso oltre 150 persone in
tutto il mondo. Secondo le Nazioni Unite, solo l’alto livello di allarme mondiale
ha impedito una pandemia mortale.