2007-01-10 18:41:36

Chiudere Guantanamo: lo chiede Amnesty International che avvia una mobilitazione internazionale


(10 gennaio 2007 - RV) Compie 5 anni il controverso carcere di Guantanamo, nell’isola di Cuba. L'11 gennaio del 2002 veniva aperta, nella base militare statunitense di Guantanamo, la struttura di detenzione destinata ai sospettati nell'ambito della cosiddetta "guerra al terrore". Oggi, in occasione del quinto anniversario dell'apertura del carcere, Amnesty International lancia una campagna per chiederne la chiusura. “Il governo statunitense deve porre fine a questa parodia di giustizia”, ha dichiarato oggi la segretaria generale di Amnesty International, Irene Khan. In 5 anni sono state passate per Guantanamo più di 700 persone, tenute prigioniere senza capi d'accusa, senza processo, e senza i diritti fondamentali che spettano ai prigionieri. Della situazione di queste persone ci parla Riccardo Noury, portavoce della sezione italiana di Amnesty, intervistato da Elisabetta Rovis:
RealAudioMP3
**********
R. – Sono 400 persone su un totale di più 700 che sono passate per Guantanamo in questi cinque anni e le quali non conoscono di cosa sono accusate. Questa è una grave violazione dei propri diritti. Non hanno, tra l’altro, possibilità di ricorrere ad un giudice, al quale sottoporre l’illegittimità della propria detenzione; non hanno accesso alle prove segrete a loro carico e vivono nella prospettiva di non sapere quando, se e come verranno rilasciati. Vivono, quindi, in una sorta di limbo giudiziario, nel quale le condizioni detentive sono, tra l’altro, segnalate costantemente cattive.

D. – Lo scorso novembre, nelle elezioni di metà mandato negli Stati Uniti, c’è stato un forte calo di consensi verso l’amministrazione Bush. Secondo voi di Amnesty, questo potrebbe portare ad una revisione delle posizioni su Guantanamo?

R. – Questo è difficile da immaginare. Certo è che la conduzione della cosiddetta “guerra al terrore” è sottoposta a dure contestazioni sia sul piano giuridico, da parte degli organi di giustizia federale degli Stati Uniti, sia da parte di commentatori dei mezzi di informazione che anche del pubblico. Certamente il fatto che i soldati morti in Iraq abbiano superato in numero le vittime delle Torri Gemelle è un fatto grave di per sé, ma anche simbolico di cosa non ha funzionato. E’ difficile stabilire se e quanto Guantanamo verrà chiusa. Certo è che negli Stati Uniti il dibattito si è aperto e noi auspichiamo che questo dibattito porti sul piano politico a decisioni molto precise ed ovvero chiudere Guantanamo, processare chi vi sta dentro oppure liberarlo in assenze di prove e porre fine - più in generale - a tutte le violazioni dei diritti umani che hanno caratterizzato questi cinque anni di conduzione della “guerra al terrore”.

D. – Ma il carcere di Guantanamo è una sorta di punta dell’iceberg di questa lotta al terrorismo che sta, in un certo senso, sacrificando i diritti umani e le libertà civili…

R. – E’ vero ed è un paradosso. Guantanamo è un luogo chiuso, ma è anche un luogo dal quale le notizie arrivano, perché ci sono detenuti che escono, ci sono avvocati e ci sono anche fonti ufficiali, sono anche trapelati manuali di interrogatorio che prevedono delle vere e proprie tecniche di tortura. Quello che non sappiamo è la dimensione globale di questo vero e proprio scandalo riguardo ai diritti umani, basato su detenzioni segrete, su detenzioni prolungate senza accusa né processo, con interrogatori condotti sotto tortura. Non sappiamo neanche quante migliaia di detenuti vi siano nelle altre carceri che sono ancora meno visibili di Guantanamo. Su tutto questo occorre che l’amministrazione statunitense faccia luce e sia spinta a rivelare i luoghi segreti di detenzione e quanti detenuti vi sono, di cosa sono accusati, e a dare accesso alle organizzazioni umanitarie affinché visitino questi detenuti.
**********









All the contents on this site are copyrighted ©.