Uno statuto internazionalmente garantito per Gerusalemme: lo chiede l'Ordine di Malta
(9 gennaio 2007 - RV) “Uno statuto speciale, garantito sul piano internazionale” per
Gerusalemme, “città delle tre religioni che è allo stesso tempo patria di due popoli”.
A chiederlo, in sintonia con le analoghe richieste della Santa Sede, è il Gran Maestro
dell’Ordine di Malta, Fra’ Andrew Bertie, che stamani ha accolto a Villa Malta sul
colle Aventino gli ambasciatori dei 96 Paesi accreditati presso l’Ordine, per il tradizionale
incontro all’inizio del nuovo anno. “I pellegrini del mondo intero devono poter avere
accesso a Gerusalemme”, ha ribadito il capo del millenario Ordine sovrano, annunciando
poi di voler personalmente condurre un prossimo pellegrinaggio internazionale in Terra
Santa nell’ottobre prossimo. L’udienza ai professionisti della diplomazia, radunati
sotto le volte della splendida chiesa di Santa Maria del Priorato, capolavoro del
Piranesi, ha come d’abitudine fornito al Gran Maestro l’occasione per uno sguardo
agli ultimi sviluppi dell’attualità internazionale. Tra le sottolineature preoccupate
di Fra’ Bertie, l’uccisione di operatori dei mass-media in zone di guerra, il traffico
di esseri umani fiorente anche in Europa, ma soprattutto il pericolo strisciante di
uno scontro tra culture religioni. Tra i motivi di speranza, invece, il recente viaggio
di Benedetto XVI in Turchia, definito “un avvenimento straordinario che resterà nella
storia della Chiesa e dell’umanità”. La relazione del Gran Maestro si è quindi incentrata
su un’ampia disamina delle iniziative umanitarie promosse dall’Ordine in tutto il
mondo. Dalle bidonville di Nairobi al Vietnam, dalle rovine di New Orleans al Darfur
sudanese, dalla Romania al Pakistan ed in mille altri scenari critici del pianeta
gli oltre 11 mila operatori dell’Ordine – medici, infermieri, collaboratori volontari
– si dedicano all’assistenza di sieropositivi, lebbrosi, profughi, orfani e di tutti
coloro che soffrono, in coerente fedeltà allo spirito di servizio degli antichi cavalieri
Ospitalieri. “L’attività umanitaria” – ha osservato Fra’ Bertie – “è diventata improvvisamente
d’attualità, ‘alla moda’, troppo spesso strumentalizzata al servizio di interessi
politici o economici”, mentre al contempo l’impegno di tipo missionario “si sta trasformando
in un’attività di tipo imprenditoriale progressivamente secolarizzata”. Di qui la
fondamentale differenza tra le altre organizzazioni umanitarie e l’Ordine di Malta:
un sodalizio religioso i cui membri vivono la propria fede cristiana “non come strumento
di evangelizzazione o di proselitismo, ma come modo di vivere al servizio degli altri,
dei poveri e degli ammalati, in uno spirito di umanità autentico che riconosce l’immagine
di Dio nell’uomo che soffre, a prescindere dalla razza, dall’origine o dalla religione”.