Allarmismi ingiustificati: così mons. Marchetto sulla temuta invasione di immigrati
romeni
(4 gennaio 2007 - RV) Dopo l’ingresso di Romania e Bulgaria nell’Unione Europea, dal
1° gennaio scorso, potrebbe crescere la pressione migratoria in Italia: secondo la
Fondazione ISMU, che promuove iniziative e studi sulla società multietnica e multiculturale,
ogni anno potrebbero arrivare fino a 105mila romeni. In molti parlano di una risorsa
in più per l’Unione Europea, ma c’è chi teme il pericolo invasione. “Allarmismi ingiustificati”
secondo mons. Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio per i migranti
e gli itineranti. Il servizio di Paolo Ondarza.
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del 2007 anche bulgari e romeni possono entrare ed uscire dall’Italia liberamente
senza visto d’ingresso, ma semplicemente esibendo la carta d’identità. La permanenza
è libera per tre mesi. Per un periodo superiore va richiesta, per motivi di lavoro
o studio, la carta di soggiorno valida per cinque anni. Chi vuole assumere un lavoratore
romeno o bulgaro dovrà solo spedire allo sportello unico per l’immigrazione una raccomandata
con la quale chiede il nullaosta al lavoro. L’ingresso nell’Unione Europea di Romania
e Bulgaria è secondo l’organizzazione sindacale CISL un fatto positivo: porterà alla
regolarizzazione di colf, badanti, agricoltori e operai in quantità corrispondenti
alle esigenze del mercato italiano del lavoro. Oberdan Ciucci, responsabile nazionale
per l’immigrazione Cisl:
R. – Da anni noi, come sindacato, conduciamo battaglie
contro il lavoro nero, contro i caporali, sia immigrati che italiani. Più si contribuisce
a regolarizzare i lavoratori e meno fiancheggiatori si forniscono alla camorra, alla
mafia e alle bande organizzate.
Da oggi anche il romeno privo di permesso di
soggiorno, scaduto o non rinnovato, non corre più il rischio di essere rispedito a
casa, se non per motivi di ordine pubblico, di pubblica sicurezza o di sanità pubblica.
Positiva la reazione anche da parte della Caritas italiana, che risponde così a chi
teme un pericolo ‘invasione’, specialmente da parte dei nomadi: Oliviero Forti dell’Ufficio
immigrazione Caritas:
R. – Come nel passato, la Caritas rifiuta il concetto
di invasione, quando si tratta il tema dell’immigrazione. Certamente, la libertà di
circolare sul territorio europeo e quindi anche in Italia potrebbe determinare un
aumento dei flussi. Riteniamo che nel medio e lungo periodo ci sarà certamente un
processo di riequilibrio che porterà le cose ad un ordine normale, come è accaduto
in altri Paesi.
Intanto per i Rom di origine romena, spesso privi di documenti
di identità, il governo sta mettendo a punto un disegno di legge che darà loro uno
status con la possibilità di lavorare regolarmente. **********