Gli auguri del Papa al mondo per il nuovo anno: tutti gli uomini e le donne di buona
volontà operino insieme per la pace, promuovendo i diritti umani e lasciandosi illuminare
da Cristo, vera pace
(1 gennaio 2007 - RV) Il Papa lancia un forte appello a tutti gli uomini e le donne
di buona volontà perché operino insieme per il grande bene della pace. L’esortazione
è giunta stamani durante la celebrazione eucaristica da lui presieduta nella Basilica
Vaticana nella Solennità di Maria Santissima Madre di Dio e nella 40.ma Giornata Mondiale
della Pace. Hanno partecipato al rito gli ambasciatori del Corpo Diplomatico accreditato
presso la Santa Sede. Durante la Messa si è pregato anche in cinese, per il dialogo
tra i popoli, e in arabo, per quanti sono nella sofferenza e sono minacciati dalla
forza delle armi. Benedetto XVI ha rivolto poi all’Angelus la sua preghiera alla Vergine
“perché si sviluppi nelle coscienze il sacro rispetto per ogni persona umana e il
fermo ripudio della guerra e della violenza”. Il servizio di Sergio Centofanti.
********* (Canto
‘Beati pacifici’)
Il Papa invoca la pace per tutto il mondo, e lo fa attraverso
Maria, Madre di Dio, “mediatrice e cooperatrice di Cristo”: Lui stesso “è la nostra
pace”, Lui è “il grande pacificatore dell’umanità” venuto “ad abbattere il ‘muro di
separazione’ che divide gli uomini e i popoli, cioè l’inimicizia”:
“Egli
si è fatto uomo ed è nato in una grotta a Betlemme per portare la sua pace agli uomini
di buona volontà, a coloro che lo accolgono con fede e amore. La pace è così veramente
il dono e l’impegno del Natale: il dono, che va accolto con umile docilità e costantemente
invocato con orante fiducia; l’impegno, che fa di ogni persona di buona volontà un
‘canale di pace’”.
Benedetto XVI, che per questa Giornata ha scritto
il Messaggio intitolato “La persona umana, cuore della pace ”, lancia il suo appello
“ai Governanti e ai Responsabili delle Nazioni, come anche a tutti gli uomini e le
donne di buona volontà”:
“Sono profondamente convinto che ‘rispettando
la persona si promuove la pace, e costruendo la pace si pongono le premesse per un
autentico umanesimo integrale’ (Messaggio, n. 1). È un impegno questo che compete
in modo peculiare al cristiano, chiamato ‘ad essere infaticabile operatore di pace
e strenuo difensore della dignità della persona umana e dei suoi inalienabili diritti’”
(Messaggio, n. 16).
“Proprio perché creato ad immagine e somiglianza di
Dio – afferma il Pontefice - ogni individuo umano, senza distinzione di razza, cultura
e religione, è rivestito della medesima dignità di persona. Per questo va rispettato,
né alcuna ragione può mai giustificare che si disponga di lui a piacimento, quasi
fosse un oggetto”:
“Di fronte alle minacce alla pace, purtroppo sempre
presenti, dinanzi alle situazioni di ingiustizia e di violenza, che continuano a persistere
in diverse regioni della terra, davanti al permanere di conflitti armati, spesso dimenticati
dalla vasta opinione pubblica, e al pericolo del terrorismo che turba la serenità
dei popoli, diventa più che mai necessario operare insieme per la pace. Questa, ho
ricordato nel Messaggio, è ‘insieme un dono e un compito’ (n. 3): dono da invocare
con la preghiera, compito da realizzare con coraggio senza mai stancarsi”.
Benedetto
XVI volge ancora una volta lo sguardo “alla drammatica situazione che caratterizza
proprio quella Terra dove nacque Gesù”:
“Come non implorare con insistente
preghiera che anche in quella regione giunga quanto prima il giorno della pace, il
giorno in cui si risolva definitivamente il conflitto in atto che dura ormai da troppo
tempo? Un accordo di pace, per essere durevole, deve poggiare sul rispetto della dignità
e dei diritti di ogni persona”.
Sottolinea quindi la necessità che
il fondamento dei diritti della persona sia riconosciuto non in semplici pattuizioni
umane, ma “nella natura stessa dell’uomo e nella sua inalienabile dignità di persona
creata da Dio” (Messaggio, n. 13). “Se infatti – ha rilevato - gli elementi costitutivi
della dignità umana vengono affidati alle mutevoli opinioni umane, anche i suoi diritti,
pur solennemente proclamati, finiscono per diventare deboli e variamente interpretabili”.
Un concetto che riprende durante l’Angelus pronunciato dalla finestra del suo studio
privato di fronte a migliaia di pellegrini giunti in Piazza San Pietro:
“Oggi
si parla molto di diritti umani, ma spesso si dimentica che essi hanno bisogno di
un fondamento stabile, non relativo, non opinabile. E questo non può che essere la
dignità della persona. Il rispetto per questa dignità comincia dal riconoscimento
e dalla tutela del suo diritto a vivere e a professare liberamente la propria religione”.
Il
Papa ha espresso la sua “spirituale vicinanza alle molteplici iniziative promosse
dalle Diocesi e da parrocchie, associazioni e movimenti in occasione della Giornata
Mondiale della Pace”. In particolare, ricorda quella della Conferenza Episcopale Italiana
svoltasi ieri a Norcia alla luce del messaggio di san Benedetto e quella organizzata
dalla Comunità di Sant’Egidio a Roma e in altre città del mondo. Ha poi salutato
i Giovani Orionini partecipanti al “Capodanno Alternativo” e il Movimento dell’Amore
Familiare, che hanno vegliato nella notte in Piazza San Pietro pregando per la pace
e l’unità in tutte le famiglie del mondo.
Benedetto XVI ha quindi ricambiato
le espressioni augurali rivoltegli ieri sera dal presidente della Repubblica Italiana
Giorgio Napolitano nel suo messaggio di fine anno. “Per lui, per tutte le autorità
civili e per l’intero popolo italiano – ha detto - assicuro il mio speciale ricordo
nella preghiera”.
Infine a tutti ha augurato “di vivere il nuovo anno nella
grazia e nella pace del Signore”: un nuovo anno che iniziamo – ha ricordato - “guardando
a Maria” e “che riceviamo dalle mani di Dio come un ‘talento’ prezioso da far fruttare,
come un’occasione provvidenziale per contribuire a realizzare il regno di Dio”:
“La
luce di Cristo, Sole apparso all’orizzonte dell’umanità, illumini il vostro cammino
e vi accompagni lungo l’intero 2007!”