Il card. Martino: la Chiesa difende sempre la vita
(30 dicembre 2006 - RV) Sulla condanna a morte di Saddam Hussein e sulle esecuzioni
capitali in generale la Chiesa continua ad esprimere la sua ferma condanna. Lo ribadisce
ai nostri microfoni il card. Renato Raffaele Martino, presidnete del Pontificio Consiglio
"Giustizia e Pace":
Avevo sperato
nei giorni scorsi che si fosse giudicato opportuno non eseguire la pena capitale per
Saddam Hussein. Spero e prego che quest’ultimo atto non contribuisca ad aggravare
la già critica situazione in Iraq, Paese già così provato da tante divisioni e lotte
fratricide. La pena di morte, come insegna l’Enciclica "Evangelium vitae", va evitata
“in considerazione delle possibilità di cui dispne una moderna società di reprimere
efficacemente il crimine in modi che, mentre rendono inoffensivo colui che l’ha commesso,
non gli tolgono definitivamente la possibilità di redimersi” (N.27). E’ ben conosciuta
la posizione della Chiesa sul dono della vita di cui l’uomo non ha completa disponibilità
e che va difesa dal momento del concepimento fino alla sua fine naturale. Tale posizione
esclude quindi tanto l’aborto, quanto la sperimentazione sugli embrioni, l’eutanasia
e la pena di morte, che sono una negazione della trascendente dignità della persona
umana creata a immagine di Dio.