2006-12-29 16:20:37

La gioia e la pace di Taizé sbarcano in Croazia: intervista con frère Alois


(29 dicembre 2006 - RV) E’ un incontro storico quello che la Comunità di Taizé ha organizzato come di consueto per invitare i giovani a pregare e a riflettere insieme tra la fine di un anno e l’inizio del nuovo: per la prima volta il raduno internazionale si svolge in Croazia, a Zagabria. Da ieri e fino al 1°gennaio 2007, 50 mila giovani di tutta Europa e non solo stanno scrivendo una nuova tappa di quel “pellegrinaggio di fiducia sulla terra” che caratterizza gli eventi di Taizé. Alessandro De Carolis ha raggiunto telefonicamente a Zagabria il priore della Comunità, frère Alois:
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R. – E’ stato bellissimo vedere arrivare tutti questi giovani. Abbiamo aspettato tanti anni per poter fare un incontro qui in Croazia. Prima, al tempo del comunismo, non era stato possibile. Dopo c’è stata la guerra. Ma adesso, finalmente, siamo qui. E’ stata una lunga attesa, adesso realizzata. Ieri sera grande è stata la gioia, percepibile, durante gli arrivi e l’accoglienza.
D. – Dunque, l’Incontro della comunità di Taizè in Croazia è stato un sogno realizzato. Un sogno realizzato forse anche nel segno di Frère Roger…
R. – Sì, è stato un sogno di Frère Roger. Nell’‘87 avevamo potuto fare un incontro internazionale in Slovenia. Vicino a Zagabria, dunque, ma non qui. Frère Roger è passato da Zagabria per pregare sulla tomba del cardinale Franjo Šeper, che lui amava molto. Questa piccola visita è stata una cosa importante per Frère Roger. Oggi, quindi, è vero: si è compiuto un suo sogno. Anche perché qui, in Croazia, c’è una fede profonda. Ci sono tanti giovani nelle parrocchie. E questo non lo vediamo in tutti i Paesi d’Europa.
D. – Voi proponete ai giovani che partecipano al vostro Incontro di compiere insieme con voi un “pellegrinaggio di fiducia sulla terra”. Perché questa parola, “fiducia”?
R. – Perché è tanto importante che si faccia qualcosa per la pace nel mondo, per creare la fiducia tra i popoli, tra i diversi cristiani, per preparare la pace. Questo vogliono i giovani. Sono tanti i giovani che vogliono fare qualcosa per la pace. Una proposta che farò questo sera è di non trasmettere alla prossima generazione i sentimenti feriti che si portano in cuore. Forse i giovani si possono impegnare in questo, perché qui in Croazia ancora qualche anno fa c’era la guerra e ancora vi sono le vittime.
D. – Benedetto XVI ha più volte denunciato, dall’inizio del suo Pontificato, la progressiva perdita del senso di Dio, soprattutto in Europa. Come si sentono coinvolti in questa sfida i giovani di Taizé?
R. – Oggi c’è paura per l’avvenire. Molti giovani non sanno quale sarà il futuro delle nostre società, l’avvenire della Chiesa. Per questo dobbiamo sapere che Dio è presente nella storia del mondo, ma anche nella storia di ognuno Dio è presente: penso che molto dipenda da questa capacità di sapere che Dio è presente nella storia.
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