In un messaggio natalizio ai cattolici del Medio Oriente, Benedetto XVI auspica di
compiere un pellegrinaggio ai luoghi della Salvezza
(25 dicembre 2006 - RV) “Alle comunità cattoliche dei vostri Paesi penso costantemente
ed anche con più acuta preoccupazione nel periodo natalizio”. E’ quanto scrive Benedetto
XVI nel messaggio per il Natale rivolto ai vescovi, ai sacerdoti e ai laici del Medio
Oriente.
Il Papa sottolinea, in particolare, l’importanza di “un dialogo paziente
e umile” e di una “maggiore fiducia nell’umanità dell’altro, soprattutto se sofferente”.
“Le notizie quotidiane che giungono dal Medio Oriente - scrive il Santo Padre - non
fanno che mostrare un crescendo di situazioni drammatiche, quasi senza via di uscita”.
Ma “nelle difficoltà anche più dolorose - ricorda - la speranza cristiana attesta
che la rassegnazione passiva e il pessimismo sono il vero grande pericolo che insidia
la risposta alla vocazione che scaturisce dal Battesimo. Ne possono derivare sfiducia,
paura, autocommiserazione, fatalismo e fuga”. “Non sarebbe davvero saggio, soprattutto
in questo momento - fa quindi notare Benedetto XVI - spendere tempo ad interrogarsi
su chi abbia sofferto di più o voler presentare il conto dei torti ricevuti, elencando
le ragioni che militano a favore della propria tesi”.
“La sofferenza – spiega
il Santo Padre - in fondo accomuna tutti, e quando uno soffre deve sentire anzitutto
il desiderio di capire quanto possa soffrire l’altro che si trova in una situazione
analoga”. In queste difficili circostanze, segnate da poche luci e molte ombre, è
comunque motivo di consolazione per il Santo Padre sapere che le comunità cristiane
del Medio Oriente “continuano ad essere comunità viventi e attive, decise a testimoniare
la loro fede con la loro specifica identità nelle società che le circondano”. Il Papa
esprime, inoltre, l’auspicio di potersi recare in Terra Santa: “La Provvidenza – si
legge nel messaggio - faccia sì che le circostanze permettano un mio pellegrinaggio
nella terra resa Santa dagli avvenimenti della Storia della Salvezza”.
Benedetto
XVI non cela infine la speranza di poter pregare a Gerusalemme, “patria del cuore
di tutti i discendenti spirituali di Abramo, che la sentono immensamente cara”.