Il vescovo di San Sebastian invita il governo spagnolo e l'ETA a compiere nuovi passi
verso il dialogo
(22 dicembre 2006 - RV) Mons. Juan María Uriarte, vescovo di San Sebastian, nei Paesi
Baschi, ha fatto un appello in favore delle attuali prospettive di pace nei contatti
tra il governo centrale di Madrid e l’organizzazione armata indipendentista ETA. Nel
documento si afferma: “Occorre salvare la pace. Lo richiede l’immensa sofferenza che
continua ad essere causata da un conflitto distruttivo che vogliamo superare definitivamente”.
Il vescovo prende atto dell’attuale incertezza sullo stato reale del processo. Tuttavia,
la maggioranza della popolazione pensa che ci siano motivi validi per continuare a
sperare. Sembra che manchi la necessaria fiducia tra gli interlocutori del negoziato.
Per uscire dallo stallo, afferma, servono alcuni segnali concreti, come la rinuncia
agli attentati da parte di gruppi violenti nelle città e la concessione di alcune
misure di clemenza in favore dei detenuti. Mentre le parti fanno un uso esagerato
dei mezzi di comunicazione, dovrebbero invece impegnarsi ad avere tra di loro un autentico
dialogo, aperto e discreto. Posizioni massimaliste e rigide ostacolano spesso i negoziati.
Ognuno dovrà rinunciare a qualcosa, il che è sempre difficile, ma indispensabile davanti
alla priorità della causa. Non c’è posto per l’uso o la minaccia della violenza in
un negoziato di pace e quindi deve scomparire assolutamente senza condizioni. Invece,
può essere legittima la critica ma non l’ostruzionismo sistematico, causato da interessi
particolari, che di fronte alla priorità della pace non si giustificano. Concludendo,
il vescovo di San Sebastian afferma categoricamente: “Non possiamo rassegnarci più
al versamento di una sola goccia di sangue”.