Mons. Kaszkiewicz: il governo bielorusso viola la libertà religiosa
(14 dicembre 2006 - RV) Per il presidente della Conferenza episcopale bielorussa,
mons. Aleksander Kaszkiewicz, vescovo di Grodno, il governo bielorusso viola la libertà
religiosa. Dopo il recente rifiuto delle autorità di rinnovare il visto a una dozzina
di sacerdoti e religiose polacche, il presule ha scritto una lettera, diffusa lunedì
dall’agenzia cattolica polacca Kai, in cui afferma che “l’ingerenza in materie che
sono di competenza di un vescovo è contro la legge ed è un’usurpazione della libertà
della Chiesa”. Mons. Kaszkiewicz ha invitato i fedeli a partecipare in questi giorni
ad una settimana di preghiera in cattedrale e a sottoscrivere una protesta contro
la decisione del governo. Il timore è che questa possa presagire a una nuova ondata
di restrizioni alle attività Chiesa cattolica, che non tengano conto dell’accordo
firmato nel 2005 con il presidente Aleksander Lukashenko. Episodi di questo genere
non sono infatti nuovi in Bielorussia, dove dal 2003 è in vigore una legge sui culti
che è una delle più restrittive in materia di libertà religiosa nei Paesi dell’ex
dell’Unione Sovietica. Come in altre ex-Repubbliche sovietiche, una parte significativa
del personale religioso della Chiesa cattolica bielorussa è di origine polacca. Circa
la metà dei 354 sacerdoti cattolici presenti oggi nel Paese provengono dalla Polonia.