Un pastore che combattè la mafia con la forza del Vangelo: il cordoglio del Papa per
la morte del cardinale Pappalardo
(11 dicembre 2006 - RV) Benedetto XVI ricorda con “ammirazione” la figura del cardinale
Salvatore Pappalardo, arcivescovo emerito di Palermo, spentosi ieri all’età di 88
anni. In un telegramma di cordoglio indirizzato all’arcivescovo di Palermo, Salvatore
de Giorgi, il Papa definisce il porporato un pastore “zelante e generoso” la cui “feconda
e molteplice attività apostolica” fu animata “dal desiderio di annunciare Cristo e
di accompagnare con il suo illuminato magistero il cammino di crescita morale e culturale
della società palermitana”. In un telegramma inviato alla sorella del cardinale, la
signora Maria Pappalardo, il Papa assicura la sua vicinanza ai familiari e ai fedeli
palermitani e ricorda con “stima e affetto” il porporato siciliano che, sottolinea,
“ha saputo servire generosamente e sapientemente la Chiesa”.
Nato nell’agrigentino
nel 1918, ha prestato la sua opera nella diplomazia vaticana fino al 1969. L’anno
dopo, Paolo VI lo ha nominato arcivescovo di Palermo e lo stesso Papa Montini lo ha
creato cardinale nel 1973. In tutti, credenti e non, resta il ricordo dei suoi coraggiosi
sforzi per sconfiggere la mafia. Un impegno che gli valse l’onoroficenza di Cavaliere
di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana, conferitagli dal presidente Sandro
Pertini. Scalpore destò il suo atto d’accusa contro l’immobilità dello Stato, pronunciato
durante l’omelia al funerale del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Sulla figura
del cardinale Pappalardo, il servizio di Alessandro Gisotti: