(11 dicembre 2006 - RV) I direttori nazionali della Pastorale per gli Zingari sono
riuniti da oggi a Roma per approfondire il documento “Orientamenti per una Pastorale
degli Zingari”, al fine di incoraggiarne un’appropriata applicazione. Si tratta del
primo documento della Chiesa, nella sua dimensione universale, dedicato agli Zingari
e pubblicato dal Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e degli Itineranti
l’8 dicembre dello scorso anno. Questa mattina a rivolgere il saluto ai partecipanti
all’incontro è stato il presidente del dicastero, il cardinale Renato Raffaele Martino.
Il servizio di Tiziana Campisi:
********** Occorre riconoscere i valori
della cultura degli Zingari, custodirne la dignità e rispettarne l’identità, incoraggiando
iniziative per la promozione e per la difesa dei loro diritti, ha detto nel suo intervento
il cardinale Martino. Il porporato ha sottolineato quanto importante sia rispondere
alle aspettative degli Zingari nella loro ricerca di Dio, orientando i loro passi
secondo l’insegnamento di Cristo ed ha ricordato inoltre che la pastorale per i nomadi
esorta tutto il popolo cristiano ad una conversione della mente e degli atteggiamenti,
al fine di instaurare con gli Zingari un rapporto positivo. Nonostante la loro storia
faccia ormai parte integrante di quella dei Paesi in cui vivono e la loro cultura
abbia pure arricchito notevolmente un gran numero di Paesi ospitanti, ha proseguito
il porporato, non sempre la loro vita risulta tranquilla. Spesso gli Zingari vengono
visti e considerati come “altri”, stranieri, mendicanti insistenti, discriminati ed
emarginati; per tale motivo diversi organismi si sono impegnati in programmi d’aiuto,
assicurando alle comunità zingare i valori fondamentali della democrazia e dell’eguaglianza,
soprattutto in materia di sanità, impiego, alloggio e accesso agli studi. “Essendo
la Chiesa segno dell’amore di Dio per gli uomini e della vocazione dell’intero genere
umano a trovare unità in Cristo – ha affermato il cardinale Martino – essa non può,
né deve accettare situazioni di emarginazione in cui versano intere popolazioni”.
Il porporato ha evidenziato che l’itinerario da percorrere è quello della predicazione
della Parola di Dio e dell’evangelizzazione. Ma è necessario uno sforzo congiunto
da parte di diversi operatori pastorali per rendere sempre più visibile il volto di
Cristo attraverso un incisivo annuncio corroborato da una coerente testimonianza.
Ma qual è oggi la situazione degli Zingari: quanti sono, dove sono e in quante comunità
si suddividono? Giovanni Peduto lo ha chiesto all’arcivescovo Agostino Marchetto,
segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti:
R.
- Sono circa 36 milioni gli Zingari sparsi in tutto il mondo, in Europa, poi in tutte
e due le Americhe e in alcuni Paesi dell’Asia. Diciotto milioni si pensa vivano in
India, terra originaria di quella popolazione. Per quanto riguarda l’Europa, le stime
ufficiali del Consiglio d’Europa presentano un numero che oscilla tra 9 e 12 milioni,
con rilevante concentrazione nell’Est europeo. Il Paese con la maggiore presenza di
Zingari è la Romania (secondo le stime essi variano dal 1.800.000 ai 2.500.000 e oltre),
al secondo e al terzo posto vi sono la Bulgaria e la Spagna, con circa 800.000 Zingari
ciascuna. In Italia tale popolazione rappresenta lo 0,16% circa dell’intera popolazione
nazionale. Negli Stati Uniti, invece, vive quasi un milione di Zingari. Considerando
che la realtà zingara è costituita da vari gruppi ed etnie, quali i Rom, Sinti, Manousche,
Kalé, Yéniches, Romanichals, Xoraxané, Kanjarija, Rudari, Arl, ecc., è davvero difficile
dire in quante comunità si suddividano. Spesso si parla anche di comunità zingare
riferendosi a quelle formate da piccoli clan familiari.
D. - Come si fa
oggi pastorale fra gli Zingari: quante persone vi sono coinvolte e come portano avanti
il loro lavoro?
R. - La Chiesa è presente tra gli Zingari specialmente
per mezzo delle specifiche strutture pastorali, con i suoi sacerdoti, religiosi e
religiose responsabili. A livello nazionale vi sono i Direttori Nazionali, i quali
svolgono il loro compito in stretta collaborazione con il Vescovo Promotore, incaricato
per un certo Paese. Essi sono coadiuvati dagli Operatori pastorali, in maggioranza
laici. Il loro numero varia da un Paese all’altro: in Francia abbiamo un centinaio
di Operatori pastorali, mentre in Germania solo in 4 diocesi (su 27) vi è un sacerdote
incaricato di tale pastorale. Essi svolgono il loro servizio adattandosi alle particolari
esigenze e alla cultura di queste persone. Ci sono anche Operatori pastorali che vivono
con gli Zingari, all’interno di campi sosta, e che formano le cosiddette “comunità
ponte”.
D. - Quali difficoltà incontrano gli operatori pastorali?
R.
- I problemi e le difficoltà che gli Operatori pastorali devono affrontare non sono
pochi. In gran parte si manifestano nell’incontro con gli Zingari, a causa di culture,
mentalità e convinzioni diverse. Il Documento “Orientamenti per una Pastorale degli
Zingari” tratta largamente questo argomento. Chi lavora per, con e tra gli Zingari,
deve tener conto della loro identità e cultura peculiari. Infatti, la scarsa conoscenza
di queste loro caratteristiche sta alla base di atti discriminatori e aggressivi nei
confronti della popolazione zingara. Un altro problema, sul quale la Chiesa non può
tacere, è la violazione dei loro fondamentali diritti all’alloggio, alla scolarizzazione
dei bambini e all’impiego. Inoltre, il lavoro degli operatori pastorali è reso difficile
da atteggiamenti negativi assunti dagli stessi Zingari e anche dall’immagine non positiva
che ne offrono i mezzi di comunicazione sociale. Invito tutti a leggere il nostro
Documento per conoscere e comprendere meglio la realtà zingara, i suoi valori, accanto
agli aspetti stereotipi che di loro in generale abbiamo nelle nostre società. **********