La parrocchia, faro che irradia la luce della fede: così il Papa all’inaugurazione
della nuova chiesa romana dedicata a Santa Maria Stella dell’Evangelizzazione
(10 dicembre 2006 -RV) “La vera giustizia non può essere inventata dall’uomo, deve
piuttosto essere scoperta, deve venire da Dio”; la si conosce attraverso la sua Parola,
nelle parrocchie, che come fari irradiano la luce della fede andando incontro ai
desideri più profondi e veri del cuore dell’uomo. Questa la sintesi dell’omelia di
Benedetto XVI che oggi, a Roma, all’Eur, al Torrino Nord, ha inaugurato la chiesa
di Santa Maria Stella dell’Evangelizzazione. La parrocchia è stata realizzata grazie
anche al contributo delle offerte che da 16 anni, nel periodo dell’Avvento, vengono
raccolte dalla diocesi di Roma per la costruzione di nuovi edifici di culto, soprattutto
nelle periferie. Il servizio di Tiziana Campisi:
********** (musica) Una
casa che riunisce e in cui si è attratti verso Dio: questa è la Chiesa, il luogo dove
la Parola di Dio può essere ascoltata e spiegata, e dove può operare, in mezzo agli
uomini, come forza che crea giustizia ed amore. Benedetto XVI spiega con queste parole
ai fedeli in che modo deve essere guardata una parrocchia ma sottolinea che la costruzione
dell’edificio deve essere accompagnata da una ricostruzione interiore. L’uomo, ha
affermato il Papa, deve anzitutto trovare una legge fondamentale per la sua vita e
questa deve condurlo alla giustizia. Poi ha aggiunto:
“La vera giustizia non
può essere inventata dall'uomo: essa deve piuttosto essere scoperta. Deve venire da
Dio”.
È la Parola di Dio che indica agli uomini la via della giustizia, ha
proseguito il Santo Padre, essa è forza di rinnovamento che dà senso ed ordine al
nostro tempo, dà gioia e conduce ad edificare, costruisce. Ma la chiesa non è solo
un edificio di pietra; fatta di pietre vive forma un solo corpo con Cristo ed è per
gli uomini un punto di riferimento:
“Soprattutto nel nostro contesto sociale
largamente secolarizzato, la parrocchia è un faro che irradia la luce della fede e
viene incontro così ai desideri più profondi e veri del cuore dell’uomo, dando significato
e speranza alla vita delle persone e delle famiglie”.
È stato il Papa stesso,
prima della liturgia della Parola, a consacrare l’altare della nuova chiesa ungendolo
con olio. Altare dove sono state murate le reliquie di San Bernardo di Chiaravalle,
San Francesco Saverio, San Gaspare del Bufalo e Santa Caterina Labourè, figure che
richiamano alla evangelizzazione. Il rito della dedicazione è proseguito con l’unzione
delle pareti, per indicare la destinazione esclusiva e permanente dell’edificio al
culto cristiano, e ancora con due gesti sull’altare: l’incensazione e l’accensione
delle luci. Luci, ha detto Benedetto XVI, che richiamano alla fede degli Apostoli:
la vera luce che illumina la Chiesa. Poi il Papa ha spiegato ancora:
“Questo
è lo scopo più profondo dell'esistenza di questo edificio sacro: la chiesa esiste
perché in essa incontriamo Cristo, il Figlio del Dio vivente. Dio ha un volto. Dio
ha un nome. In Cristo, Dio si è fatto carne e si dona a noi nel mistero della santissima
Eucaristia … La chiesa è il luogo d'incontro con il Figlio del Dio vivente e così
è il luogo d'incontro tra di noi. È questa la gioia che Dio ci dà: che Egli si è fatto
uno di noi, che noi possiamo toccarlo e che Egli vive con noi. La gioia di Dio è la
nostra forza”.
E al termine della celebrazione Benedetto XVI ha rivolto questo
saluto ai fedeli:
“Il Signore ci ha dato la gioia di celebrare la sua casa
e la sua presenza, abbiamo sentito questa presenza che ci unisce e così preghiamo
adesso che questa gioia rimanga in noi, che ci aiuti a collaborare per la giustizia
e la pace nel mondo”.
Poi si è intrattenuto con i bambini spiegando loro il
senso del Natale:
“Natale è il giorno in cui Dio stesso ci ha fatto un grande
dono, non ci ha donato qualcosa, ma il suo dono era donare se stesso. Ci ha dato il
Suo Figlio, e così Natale è divenuta la festa dei doni. Vogliamo imitare Dio, non
vivere solo per noi, ma pensare all’altro, fare un dono all’altro. Il più bel dono
è essere buono per gli altri, mostrare bontà, giustizia, amore”. **********