All'Angelus l’appello del Papa per il Medio Oriente con una speciale menzione per
il Libano
(11 dicembre 2006 -RV) “Seguo con viva preoccupazione quanto sta accadendo in Medio
Oriente”: il Papa ieri all’Angelus ha chiesto che vengano urgentemente trovate soluzioni
pacifiche ed eque necessarie per il Libano e per l’intero Medio Oriente. Il Pontefice
ha anche espresso la sua gioia per la nuova chiesa parrocchiale a Roma. Il servizio
di Fausta Speranza:
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spiragli di soluzione delle crisi che travagliano la regione si alternano tensioni
e difficoltà che fanno temere nuove violenze”: lo sottolinea il Papa affermando che
“una speciale menzione merita il Libano”. Lì, oggi come ieri, - ricorda il papa -
sono chiamati a “vivere insieme uomini differenti sul piano culturale e religioso,
per edificare una nazione di ‘dialogo e di convivenza’ e per concorrere al bene comune”
(Esortazione Ap.post-sinodale, Una nuova speranza per il Libano, n. 119). E Benedetto
XVI afferma di condividere “le forti apprensioni espresse dal Patriarca, Sua Beatitudine
il cardinale Nasrallah Boutros Sfeir, e dai Vescovi maroniti nel Comunicato che hanno
reso pubblico mercoledì scorso”. Insieme a loro, chiede “ai libanesi e ai loro
responsabili politici di avere a cuore esclusivamente il bene del Paese e l’armonia
tra le sue comunità, ispirando il loro impegno a quell’unità che è responsabilità
di tutti e di ciascuno e richiede sforzi pazienti e perseveranti, insieme a un dialogo
fiducioso e permanente”. Con un auspicio: “Auspico anche che la Comunità internazionale
aiuti ad individuare le urgenti soluzioni pacifiche ed eque necessarie per il Libano
e per l’intero Medio Oriente, mentre invito tutti alla preghiera in questo grave momento”.
Prima
del significativo appello per il Medio Oriente, parole di gioia per la una nuova chiesa
parrocchiale nel quartiere del Torrino Nord di Roma. “E’ un avvenimento che, pur
riguardando di per sé quel quartiere, - sottolinea - acquista un significato simbolico
all’interno del tempo liturgico dell’Avvento”. Il Papa ricorda che “Dio viene”, viene
“a visitare il suo popolo, per dimorare in mezzo agli uomini e formare con loro una
comunione di amore e di vita, cioè una famiglia”. Per poi affermare che la costruzione
di una chiesa fra le case di un paese o di un quartiere d’una città evoca questo
grande dono e mistero”.
“La chiesa-edificio è segno concreto della Chiesa-comunità,
formata dalle “pietre vive” che sono i credenti”, dice Benedetto XVI aggiungendo che
“se dunque è Dio che prende l’iniziativa di venire ad abitare in mezzo agli uomini,
ed è sempre Lui l’artefice principale di questo progetto, è vero anche che Egli non
vuole realizzarlo senza la nostra attiva collaborazione”.
“Prepararsi
al Natale significa impegnarsi a costruire la “dimora di Dio con gli uomini”. Nessuno
è escluso; ciascuno può e deve contribuire a far sì che questa casa della comunione
sia più spaziosa e bella.”
“L’Avvento – spiega- ci invita a volgere lo
sguardo verso la “Gerusalemme celeste”, che è il fine ultimo del nostro pellegrinaggio
terreno. Al tempo stesso, ci esorta ad impegnarci con la preghiera, la conversione
e le buone opere, ad accogliere Gesù nella nostra vita, per costruire insieme a Lui
questo edificio spirituale del quale ognuno di noi - le nostre famiglie e le nostre
comunità - è pietra preziosa.” E per intercessione di Maria, “la più splendente
e pregiata tra tutte le pietre che formano la Gerusalemme celeste”, il Papa prega
“affinché questo Avvento sia per tutta la Chiesa un tempo di edificazione spirituale
e così si affretti la venuta del Regno di Dio”.
Tra i saluti rivolti in
molte lingue, il Papa annuncia in italiano che giovedì 14 dicembre, nella Basilica
di San Pietro, incontrerà gli universitari degli Atenei romani, “invocando dal Signore
Gesù il dono della carità intellettuale per tutta la comunità universitaria”. In
francese saluta in particolare i rappresentanti della Comunità di Sant’Egidio provenienti
da 21 Paesi africani e riuniti a Roma per un tempo di formazione.
In inglese,
spagnolo, tedesco, polacco e croato, un pensiero al tempo di Avvento, tempo di preparazione
al Natale. In albanese un pensiero agli alunni del Seminario Redemptoris Mater di
Lezhë, in Albania, accompagnati dal Vescovo diocesano, Mons. Ottavio Vitale. A loro
l’augurio di “ogni bene per il cammino verso il sacerdozio” e l’invocazione: “Maria,
Madre dei sacerdoti, vi protegga sempre!”
In lingua italiana anche parole
per i fedeli provenienti da Poggiardo, Piancamuno, Napoli, Palermo, Caltanissetta,
Messina e Delianuova, come pure il Corpo bandistico di Veronella e il gruppo di ragazzi
di Roseto degli Abruzzi.