L'educazione, una questione fondamentale per la Chiesa: così il card. Bertone all'UCIIM
(05 dicembre 2006 - RV) “Educare nella scuola. Nuovi scenari, nuove responsabilità”:
su questo tema si sono confrontati nei giorni scorsi a Roma i partecipanti al Congresso
nazionale dall’UCIIM, l’Unione cattolica italiana degli insegnanti medi, associazione
fondata nel 1944 dal prof. Gesualdo Nosengo, convinto che scuola e democrazia costituiscano
il cardine dello sviluppo di ogni nazione e popolo. Da qui l’incoraggiamento fatto
pervenire dal cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, a nome di Benedetto
XVI, all’attuale presidente dell’UCIIM, il prof. Luciano Corradini. Servizio di Roberta
Gisotti.
********** “L’educazione – scrive il segretario di Stato vaticano
– rappresenta per la Chiesa una questione fondamentale: educazione di tutti, in particolar
modo di quanti si affacciano alla vita tra desideri e speranze, incertezze e insicurezze”.
Si tratta di “comunicare ai giovani – sottolinea il cardinale Bertone - l’apprezzamento
per il valore positivo della vita, suscitando in essi il desiderio di spenderla al
servizio del Bene”. Da qui l’importante missione affidata ai membri dell’UCIIM “se
le sfide – osserva il porporato - restano difficili e i rapidi cambiamenti sociali
obbligano ad un costante e serio aggiornamento”:
D. – Prof. Corradini,
quali maggiori sfide sui banchi di scuola oggi? Magari ci preoccupiamo dei telefonini
che squillano e non avvertiamo altri campanelli di allarme …
R. – Sì, il
campanello di allarme fondamentale credo sia il trovare un senso alla vita, un senso
tra le cose brevi, immediate, che riguardano la vita di ogni giorno e le prospettive
del futuro. Ora bisogna che i ragazzi sappiano che il mondo futuro non sarà facile,
sarà duro, ma attraverso la scoperta progressiva della propria capacità di emergere
quotidianamente dal ‘non senso’ dell’esistenza c’è la possibilità di diventare adulti
credibili. Gli insegnanti sono figure centrali di questa ‘operazione speranza’. In
sostanza, le istituzioni sono tutte sotto stress, tutte in crisi, hanno bisogno di
essere rilegittimate. Questa alleanza tra Stato e Chiesa, non più come nel Congresso
di Vienna per pensare alla reazione, ma per pensare alla ricucitura degli strappi
che ci sono nel nostro Paese, nella nostra democrazia, credo sia importante. A scuola
combattiamo il bullismo, ma soprattutto cerchiamo di aiutare i ragazzi a capire che
uno si realizza, diventa adulto, quando è capace di pensare agli altri, non quando
vuole difendere se stesso e rivendicare un proprio spazio, un proprio potere.
D.
– Ci sono sfide che interessano direttamente lo stesso corpo docente, il cardinale
Bertone richiama l’“autoeducazione”. Cosa ne pensa?
R. – Sì, l’autoeducazione,
in sostanza, è l’azione che compie una persona all’interno di se stesso. Io direi
però che c’è anche l’educazione che compiono i ragazzi tra di loro. Di solito, fanno
notizia gli episodi di bullismo, cioè di violenza verbale o di altro genere, che sorge
tra i ragazzi. Ma l’esperienza della comunità scolastica, del gruppo di lavoro, è
un’esperienza bellissima. Noi sappiamo che i ragazzi possono mettersi in contatto
anche con i telefonini, con Internet, con le e-mail, per aiutarsi ad affrontare le
vicende quotidiane. Quando io sono in grado di occuparmi del problema di un altro,
ho risolto anche il problema di me stesso. Se ho la dignità di aiutare qualcun altro
ho la gioia di sperimentare che valgo qualcosa. **********