A Istanbul, il Papa presenzia alla Divina Liturgia bizantina nella Chiesa di San Giorgio
e firma la Dichiarazione congiunta con il Patriarca ortodosso
(30 novembre 2006 - RV) Un abbraccio di pace, scambiato con calore, che rende visibile
il “ponte” ecumenico tanto auspicato tra Oriente e Occidente: dalle parole ai gesti,
la Divina Liturgia celebrata oggi dal Patriarca Ecumenico, Bartolomeo I, nella Chiesa
di San Giorgio a Istanbul, alla presenza di Benedetto XVI, ha reso visibile quel desiderio
di unità che contradistingue il cammino attuale della Chiesa cattolica e di quella
ortodossa. Particolarmente toccante il momento in cui il Papa ha recitato in lingua
greca la preghiera del Padre Nostro durante la lunga e suggestiva cerimonia, contraddistinta
dai tradizionali canti gregoriani del rito bizantino. Al momento del suo discorso,
Benedetto XVI ha affermato che le divisioni esistenti fra i cristiani sono uno “scandalo
per il mondo” ed ha rinnovato l’impegno della Chiesa nel cammino verso la piena comunione:
impegno sancito, verso le 12.30, dalla firma apposta in calce alla Dichiarazione congiunta.
Benedetto XVI era giunto al Patriarcato Ecumenico verso le nove di questa
mattina, ora locale, ma già nel tardo pomeriggio di ieri le porte dell’antica sede
patriarcale ortodossa si erano aperte - 27 anni dopo la visita di Giovanni Paolo II
- per accogliere nuovamente un Pontefice di Roma. Il Patriarca Bartolomeo I, che aveva
atteso il Papa fin dall’aeroporto di Istanbul, ha accompagnato Benedetto XVI nella
chiesa patriarcale di San Giorgio, dove il Papa ha venerato le reliquie di San Gregorio
di Nazianzo e di San Giovanni Crisostomo, consegnate nel 2004 da Papa Wojtyla al Patriarcato
Ecumenico. Ma ritorniamo sulla lunga celebrazione che ha scandito questo terzo giorno
del viaggio apostolico, nel servizio di uno dei nostri inviati a Istanbul, Sergio
Centofanti: