Libano: celebrati i funerali del ministro Gemayel. Il messaggio del Papa
(24 novembre 2006 - RV) Un “atto inqualificabile”: Benedetto XVI stigmatizza così
l’assassinio del giovane ministro libanese, il cristiano maronita Pierre Gemayel di
cui ieri sono state celebrate le esequie nella cattedrale di San Giorgio a Beirut.
Il Papa ha inviato un telegramma letto durante il rito funebre celebrato dal cardinale
Nasrallah Sfeir, Patriarca di Antiochia dei Maroniti. Nel messaggio, il Papa invoca
“la solidarietà di tutti i libanesi”. “Noi tutti – scrive il Papa – siamo duramente
provati da un atto inqualificabile e chiedo al Signore di accogliere nella dimora
del suo Regno colui che si e' impegnato nella vita pubblica al servizio del suo Paese
e dei suoi fratelli libanesi”. Al popolo del Libano, chiede dunque “un rinnovato impegno
per la costruzione” di un Paese “autonomo e sempre più fraterno, preoccupandosi di
assicurare una partecipazione attiva di tutte le sue componenti nella società nazionale”.
Alle esequie di Gemayel, ucciso in un agguato martedì scorso, hanno partecipato migliaia
di persone. Tra questi, i maggiori leader politici libanesi, il premier Fuad Sinora,
il druso antisiriano Walid Jumblatt, il filosiriano Nabih Berri, presidente del Parlamento.
Il servizio di Graziano Motta:
Ma torniamo
alle parole del Papa che già all’udienza generale di mercoledì aveva parlato di “forze
oscure” che vogliono distruggere il Libano. Stefano Leszczynski ha intervistato mons.
Béchara Raï, vescovo di Byblos dei Maroniti: