2006-11-20 16:31:57

La Rivista dei Dehoniani "Il Regno" compie 50 anni


(20 novembre 2006 - RV) Voluta dalla Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù, noti come Dehoniani dal nome del fondatore, padre Leone Giovanni Dehon, la rivista “Il Regno” compie cinquant’anni. Quindicinale di attualità e documentazione cattolica, oggi pubblica circa 10 mila copie. Le sue pagine raccontano la vita della Chiesa, affrontano le domande pastorali che stanno a cuore alle Chiese di ogni continente e ancora sviluppano i temi dell’ecumenismo. Mensilmente, poi, la rivista, allega i testi più rilevanti del Magistero pontificio, dei vescovi e di diverse organizzazioni ecumeniche e una volta all’anno cura un volume di circa 300 pagine sulla vita della Chiesa cattolica e delle altre Chiese e religioni in Italia. Ma ascoltiamo, al microfono di Tiziana Campisi il direttore del periodico padre Lorenzo Pressi:

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R. – 50 anni sono sempre una bella stagione, per una rivista. Noi siamo nati sostanzialmente sull’onda dell’interesse missionario e del legame con i benefattori, all’inizio degli anni Cinquanta. Poi, è diventata una rivista d’informazione; poi,il grande evento conciliare: lì, la rivista “Il Regno” ha preso la sua configurazione più propria, sia come informazione sia come documentazione. Successivamente, abbiamo sviluppato i temi più rilevanti della vita ecclesiale, ma anche della vita culturale, civile …


D. – Oggi che cosa vuole dire la rivista “Il Regno” ai suoi lettori?


R. – Oggi vuole dire la possibilità di vivere la propria fede nell’ambito della Chiesa cattolica secondo una intenzionalità positiva, sia nei confronti del giudizio sul tempo, sulle specifiche sfide della nostra epoca, sia nell’ambito della possibilità di dialogo del cammino ecumenico e del dialogo interreligioso, sia più genericamente nella bontà della proposta cristiana, oggi.


D. – 50 anni di storia: “Il Regno” raggiunge il numero 1000. Un numero speciale, monografico, interamente dedicato al Convegno ecclesiale di Verona. Può raccontarci questo numero?


R. – E’ un numero un po’ particolare perché ci sono tutti i testi del Convegno ecclesiale di Verona. La novità risponde all’idea di seguire la tradizione ecclesiale, il farsi della tradizione ecclesiale. Questi appuntamenti – è il quarto, appunto, quello di Verona – sono rilevanti perché permettono alle Chiese italiane di guardarsi, di dare forma al loro cammino pastorale, di riconoscersi come una Chiesa unitaria, capace – appunto – di avere una storia alle spalle e un futuro davanti. Questo risponde anche alla necessità di mettere in mano alla gente uno strumento immediato e fruibile per la ricerca comune che ogni comunità cristiana può fare, in seguito all’evento di Verona.


D. – La scelta di pubblicare il numero 1000 con Verona, verso che cosa vi porta?


R. – Ci porta ad esprimere questo radicamento nella Chiesa italiana e questa fiducia nella Chiesa italiana, rispetto alle sue possibilità nel futuro.
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