Il rammarico di mons. Tomasi per il mancato accordo per il bando internazionale delle
mine anti-uomo
(20 novembre 2006 - RV) Il rammarico per il mancato raggiungimento di un accordo internazionale
in tema di alcune armi convenzionali: al centro delle parole del nunzio apostolico
mons. Silvano Tomasi, Osservatore permanente della Santa sede presso l’Ufficio ONU
di Ginevra, intervenuto, nei giorni scorsi nella città elvetica alla terza conferenza
dedicata proprio alle armi convenzionali e in particolare alle mine antiuomo. Il
desiderio diffuso di mettere al bando strumenti di morte che causano “disastri umanitari”,
soprattutto alla popolazione civile, non è stato soddisfatto - ha affermato mons.
Tomasi - sottolineando che dunque “molto lavoro resta da fare”. In particolare mons.
Tomasi aggiunge che specifiche misure nazionali dovranno essere prese dagli Stati
individualmente, in attesa di un consenso per un accordo sottoscritto a livello internazionale.
Da una parte, ha ribadito mons. Tomasi, c’è il fatto che “molti Paesi e gruppi della
società civile hanno acquisito la consapevolezza di questo importante tema e sono
stati coinvolti” nel dibattito. Dall’altra, però, è triste – ribadisce mons. Tomasi
- prendere nota della conclusione della conferenza dell’ONU e cioè che non si sia
arrivati a provvedimenti all’altezza dei bisogni sul piano umanitario.