2006-11-20 16:29:29

Elezioni in Mauritania: il Paese torna alla democrazia


(20 novembre 2006 - RV) In Mauritania le prime elezioni politiche e amministrative dopo la fine nel 2005, della ventennale dittatura del presidente Taya, hanno fatto registrare un’alta affluenza. Secondo l’agenzia missionaria MISNA, che riporta dati ancora non ufficiali diffusi da fonti di stampa locali, il tasso di partecipazione oscilla tra il 60 ed il 70 per cento degli aventi diritto, oltre un milione di persone. Sulle elezioni di ieri, che si sono svolte senza incidenti, il servizio di Amina Belkassem:

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Al di là dei dati che, secondo gli osservatori non potranno delineare nessuna maggioranza solida a causa di un’altissima frammentazione del panorama politico, la Repubblica islamica della Mauritania ha compiuto, ieri, un primo passo storico verso la democrazia, dopo sedici mesi di governo straordinario della Giunta militare. La Giunta ha rovesciato, il 3 agosto del 2005, il regime ventennale del presidente Taia, promettendo di ridare gradualmente il potere in mano ai civili. Duecento osservatori nazionali e trecento internazionali, di cui 87 inviati dall’Unione Europea, hanno seguito le operazioni di voto senza rilevare nessun incidente particolare. Sono stati poco più di un milione gli elettori chiamati a scegliere 219 Consigli comunali e 95 deputati del Parlamento tra i candidati di una trentina di partiti politici e delle centinaia di liste indipendenti. Una quota del 20 per cento riservata alle donne, sia in Parlamento e sia nei Consigli comunali, e il libero accesso ai candidati indipendenti, tra cui anche elementi islamici moderati, sono le grandi novità di queste prime elezioni libere della storia della Mauritania. Dalla sua indipendenza dai francesi nel 1960 non ha mai conosciuto un avvicendamento democratico: retta prima dal regime del presidente Moktar Ould Daddah, rovesciato da Tayá nel 1984. Il secondo turno elettorale è previsto per il 3 dicembre e, se non ci saranno sorprese dopo le elezioni per il Senato in gennaio, a marzo si terranno le presidenziali che segneranno la fine del governo militare del colonnello Vall.

Amina Belkassem, per la Radio Vaticana.
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