Giornata mondiale del diabete: 230 milioni i malati
(12 novembre 2006 - RV) “Uniti contro il diabete”. E’ questo il tema scelto per la
Giornata mondiale del Diabete, che si celebra oggi. La patologia colpisce 230 milioni
di persone nel mondo e ogni 10 secondi si verifica un decesso per complicanze legate
alla malattia. Una situazione resa ancora più drammatica dal fatto che queste cifre
sono destinate ad aumentare del 25 per cento nei prossimi 10 anni, come spiega, al
microfono di Antonella Villani, Umberto Valentini, presidente dell’Associazione Medici
Diabetologi:
********** R. – Si calcola che nel 2025 saranno più di 300
milioni a livello mondiale le persone con questa malattia, ma la cosa ancora più drammatica
è che nel ’94 si pensava che nel 2025 avremmo raggiunto i 230 milioni di persone con
il diabete, mentre questa quota in realtà la abbiamo raggiunta oggi. Si tratta, quindi,
di una malattia non solo in rapida evoluzione, ma addirittura sta bruciando i tempi
rispetto a quelle che erano le previsioni. Il problema qual è? Al di là del numero
delle persone, si tratta di una malattia estremamente invalidante in quanto – se non
curata bene – ha un rischio di cecità, di dialisi, di infarto, di amputazione delle
gambe. Accanto, quindi, ai problemi legati proprio alla cura e alla qualità della
vita di queste persone, sicuramente comporta dei costi per i sistemi sanitari che
non sono indifferenti e si perde – tra virgolette – della forza lavoro e di conseguenza
aumentano i costi diretti della malattia, ma anche i costi indiretti legati, appunto,
a tutte quelle che sono le previdenze che servono per assistere le persone che hanno
avuto dei danni molto gravi legati alla malattia stessa.
D. – Chi sono
le persone più colpite dalla malattia?
R. – Tutte le fasce di età, ma in
particolare tutte le persone che sono in soprappeso o che fanno una vita sedentaria.
In queste persone si creano delle alterazioni di tipo biochimico che portano pian
piano a far aumentare la glicemia nel sangue e questa glicemia che pian piano aumenta
è in grado di provocare poi notevoli danni.
D. – Ci sono dei Paesi che
risultano più colpiti di altri?
R. – Fino a vent’anni fa, eravamo convinti
che la malattia fosse appannaggio dei Paesi occidentali, ma si è visto che questa
malattia si sta ora diffondendo molto rapidamente proprio nei Paesi in via di sviluppo.
Si prevede addirittura che in Egitto l’aumento della malattia nei prossimi 20 anni
sarà pari al 130 per cento.
D. – Un incremento che andrà ad incidere fortemente
anche sulla spesa sanitaria di questi Paesi?
R. – La malattia diabetica
è considerata la quarta malattia più costosa per i sistemi sanitari. Questi Paesi
hanno calcolato, soprattutto i Paesi in via di sviluppo, che se il diabete dovesse
aumentare in modo così drammatico, sarà tale la spesa che determina da bloccare lo
sviluppo economico di questi Paesi nel loro complesso.
D. – E in Italia
qual è la situazione?
R. – Si prevede che nei prossimi anni il numero dei
casi di diabeti passerà dall’attuale 4-5 per cento fino al 7-8 per cento. Anche qui
occorrono modelli organizzativi e gestionali completamente diversi rispetto a quelli
che si pensavano alcuni anni fa.
D. – Cosa si farà a questo punto per
combatterla?
R. – L’obiettivo principale è la prevenzione della malattia.
Gli strumenti sono fondamentalmente gli stili di vita e questo in sintesi vuol dire
non ingrassare e muoversi almeno mezz’ora al giorno con una camminata un po’ sostenuta
e questo vuole dire fare le scale piuttosto che prendere l’ascensore, parcheggiare
la macchina due isolati più lontano dall’ufficio.
D. – E a livello mondiale
sono state scelte delle linee guida da seguire?
R. – C’è questa campagna
“Uniti contro il diabete” che è una campagna internazionale che arriverà poi a richiedere
all’ONU una risoluzione. C’è poi una campagna di prevenzione, perché gli stili di
vita in realtà si possono praticare se il contesto sociale lo permette e quindi piste
ciclabili, palestre, campi sportivi. In sostanza si tratta soltanto di una prescrizione
medica, ma ci deve essere un sistema intorno che diventa sensibile al poter praticare
degli stili di vita sani. **********