2006-11-12 15:48:45

Dopo 8 anni di prigione scagionato in Pakistan un cristiano accusato di blasfemia


(12 novembre 2006 - RV) Ha trascorso 8 anni in una cella di isolamento e ieri è stato finalmente scagionato: è accaduto a Ranjha Masih, cristiano di Lahore, in Pakistan, condannato nel 2003 all’ergastolo per blasfemia. La sua scarcerazione, ordinata ieri dall’Alta corte locale, avverrà però martedì prossimo “per motivi burocratici”. Come riferisce l’agenzia AsiaNews, Masih, 58 anni, era stato arrestato l’8 maggio 1998, giorno dei funerali del vescovo John Joseph, morto suicida per protesta contro la legge sulla blasfemia. Subito dopo le esequie, si erano verificati scontri tra i cristiani locali e la polizia; durante le proteste, Masih era stato arrestato con l’accusa di essere un blasfemo. Cinque anni dopo, la Corte di Faisalabad lo aveva condannato all’ergastolo, fra le proteste dei musulmani locali che ne chiedevano l’impiccagione. Durante la detenzione, “per motivi di sicurezza”, la polizia lo ha rinchiuso in una cella di isolamento. A maggio di quest’anno, la Società internazionale per i diritti umani lo ha premiato “per la fermezza con cui ha difeso e mantenuto la sua fede cristiana”. Ma i problemi di Masih non sono finiti: ha già ricevuto alcune minacce di morte.







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