2006-11-07 14:26:36

Mons. Mamberti alla FAO: la fame nel mondo, scandalo inaccettabile


(7 novembre 2006 - RV) “La realta’ di moltitudini di persone il cui diritto alla vita è messo in discussione sia per noi motivo di inquietudine”: cosi’, l’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, al comitato della FAO per la sicurezza alimentare, riunitosi nei giorni scorsi a Roma. Il servizio di Roberta Moretti

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“La fame e la malnutrizione sono inaccettabili in un mondo che dispone di livelli di produzione, di risorse e di conoscenze capaci di porre termine a questi flagelli e alle loro drammatiche conseguenze”: questo, in sintesi, è quanto ha affermato l’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, nel suo intervento al Comitato della FAO per la Sicurezza Alimentare, riunitosi nei giorni scorsi a Roma per valutare i progressi compiuti rispetto agli impegni assunti al Vertice mondiale sull’alimentazione di 10 anni fa. Il presule ha portato il saluto e l’incoraggiamento di Benedetto XVI alla missione della FAO nel mondo. Secondo l’arcivescovo Mamberti, “la realtà di moltitudini di persone, il cui diritto alla vita è messo in discussione, deve essere per noi motivo di inquietudine e toccare le coscienze di ognuno”. “Nonostante gli sforzi compiuti della FAO, dagli stessi Stati, dalle ONG, da molteplici associazioni e da singoli individui – ha spiegato il presule – eliminare l’insicurezza alimentare è un obiettivo ancora lontano, che richiede (…) impegni politici, giuridici ed economici per consentire (…) riforme necessarie ed efficaci”.


Il segretario per i Rapporti con gli Stati ha individuato nell’assenza di pace, nelle ingiustizie, nella distruzione dell’ambiente e nella mancanza di servizi sanitari di base, le “cause che espongono i popoli al grave rischio della fame”. Per non dimenticare “i comportamenti dei Paesi più ricchi che sfruttano in modo sconsiderato le ricchezze dei Paesi più poveri, senza alcuna compensazione, e l’inosservanza degli equilibri ecologici”. “Il fenomeno della globalizzazione – ha aggiunto il presule – (…) deve rendere la famiglia umana ancora più cosciente che il problema della fame potrà essere risolto solo grazie a una strategia di sviluppo globale, cui partecipino tutti i Paesi per il bene dell’umanità”. Occorre, dunque, mettere l’uomo al centro delle scelte economiche, distribuendo le risorse, trasmettendo le tecnologie alle popolazioni locali, formando élite locali in tutti i campi e puntando sui giovani. Una sfida, questa, che deve partire dalla realtà della cellula famigliare. “La Chiesa – ha ricordato l’arcivescovo Mamberti – non ha la vocazione a proporre soluzioni politiche, economiche o tecniche per far fronte ai problemi della società, ma, nella sua missione di ‘annunciare la Buona Novella a tutte le Nazioni’, si sente particolarmente vicina a coloro che vivono in condizioni di povertà, di sofferenza e malnutrizione e desidera aiutarli con i mezzi che sono suoi”. Una Chiesa, conclude, “pronta a sostenere quanti lavorano per dare forza alla solidarietà internazionale e a promuovere la giustizia tra i popoli, specie quelli che sono in contatto diretto con le popolazioni provate”.
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