Mons. Mamberti alla FAO: la fame nel mondo, scandalo inaccettabile
(7 novembre 2006 - RV) “La realta’ di moltitudini di persone il cui diritto alla vita
è messo in discussione sia per noi motivo di inquietudine”: cosi’, l’arcivescovo Dominique
Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, al comitato della FAO per la sicurezza
alimentare, riunitosi nei giorni scorsi a Roma. Il servizio di Roberta Moretti
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fame e la malnutrizione sono inaccettabili in un mondo che dispone di livelli di produzione,
di risorse e di conoscenze capaci di porre termine a questi flagelli e alle loro drammatiche
conseguenze”: questo, in sintesi, è quanto ha affermato l’arcivescovo Dominique Mamberti,
segretario per i Rapporti con gli Stati, nel suo intervento al Comitato della FAO
per la Sicurezza Alimentare, riunitosi nei giorni scorsi a Roma per valutare i progressi
compiuti rispetto agli impegni assunti al Vertice mondiale sull’alimentazione di 10
anni fa. Il presule ha portato il saluto e l’incoraggiamento di Benedetto XVI alla
missione della FAO nel mondo. Secondo l’arcivescovo Mamberti, “la realtà di moltitudini
di persone, il cui diritto alla vita è messo in discussione, deve essere per noi motivo
di inquietudine e toccare le coscienze di ognuno”. “Nonostante gli sforzi compiuti
della FAO, dagli stessi Stati, dalle ONG, da molteplici associazioni e da singoli
individui – ha spiegato il presule – eliminare l’insicurezza alimentare è un obiettivo
ancora lontano, che richiede (…) impegni politici, giuridici ed economici per consentire
(…) riforme necessarie ed efficaci”.
Il segretario per i Rapporti con
gli Stati ha individuato nell’assenza di pace, nelle ingiustizie, nella distruzione
dell’ambiente e nella mancanza di servizi sanitari di base, le “cause che espongono
i popoli al grave rischio della fame”. Per non dimenticare “i comportamenti dei Paesi
più ricchi che sfruttano in modo sconsiderato le ricchezze dei Paesi più poveri, senza
alcuna compensazione, e l’inosservanza degli equilibri ecologici”. “Il fenomeno della
globalizzazione – ha aggiunto il presule – (…) deve rendere la famiglia umana ancora
più cosciente che il problema della fame potrà essere risolto solo grazie a una strategia
di sviluppo globale, cui partecipino tutti i Paesi per il bene dell’umanità”. Occorre,
dunque, mettere l’uomo al centro delle scelte economiche, distribuendo le risorse,
trasmettendo le tecnologie alle popolazioni locali, formando élite locali in tutti
i campi e puntando sui giovani. Una sfida, questa, che deve partire dalla realtà della
cellula famigliare. “La Chiesa – ha ricordato l’arcivescovo Mamberti – non ha la vocazione
a proporre soluzioni politiche, economiche o tecniche per far fronte ai problemi della
società, ma, nella sua missione di ‘annunciare la Buona Novella a tutte le Nazioni’,
si sente particolarmente vicina a coloro che vivono in condizioni di povertà, di sofferenza
e malnutrizione e desidera aiutarli con i mezzi che sono suoi”. Una Chiesa, conclude,
“pronta a sostenere quanti lavorano per dare forza alla solidarietà internazionale
e a promuovere la giustizia tra i popoli, specie quelli che sono in contatto diretto
con le popolazioni provate”. **********