Il saluto del Papa in occasione dell'inaugurazione dell'Anno accademico della Cattolica
di Milano
(7 novembre 2006 - RV) Inaugurato stamani l’Anno Accademico 2006-2007 dell’Università
Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Nell’Aula Magna dell’ateneo, il cardinale arcivescovo
di Milano, Dionigi Tettamanzi ha letto un telegramma di saluto del Papa che auspica
un fecondo dialogo tra messaggio evangelico e saperi umani. Dal capoluogo lombardo,
il servizio di Fabio Brenna:
********** Il fecondo dialogo tra messaggio
evangelico e saperi umani contribuisca efficacemente alla formazione integrale delle
giovani generazioni e alla diffusione dei perenni valori cristiani nella società odierna.
E’ questo l’auspicio di Benedetto XVI espresso in un telegramma inviato al cardinale
Dionigi Tettamanzi e letto in apertura della cerimonia inaugurale dell’86.mo anno
accademico dell’Università Cattolica del sacro Cuore.
E per la Cattolica
si tratta allora di porre al centro l’uomo che ricerca, come ha suggerito l’arcivescovo
di Milano nel corso della Messa, prima, e nel saluto rivolto nel corso della cerimonia
in qualità di presidente dell’Istituto Toniolo, ente fondatore dell’Università. Secondo
il cardinale Tettamanzi, il compito proprio dell’Università Cattolica è dunque quello
di testimoniare che nulla come la fede cristiana può potenziare la forza della ragione
umana nella ricerca della verità dell’uomo e del mondo.
Raccogliendo il
messaggio del convegno ecclesiale di Verona, la sfida per il futuro dell’Università
Cattolica sarà quello di fornire quel “di più”, ciò di cui hanno veramente bisogno
e chiedono gli studenti e i ricercatori, e cioè una visione culturale che abbia come
fondamento un’antropologia cristiana e lo specifico contributo del cattolicesimo italiano
alla vita dell’Italia e dell’Europa. E’ quanto ha prefigurato il rettore dell’Università
Cattolica, Lorenzo Ornaghi, nel suo discorso inaugurale. Un contributo di chiarezza
nella frammentazione del presente:
“Un compito grande e importante per
l’Università. Se l’Università – assieme ad altre di queste parti della società che
si sentono responsabili e si fanno carico del futuro del Paese – riuscisse a far crescere
delle forme di cooperazione, di collaborazione vera e duratura fra le parti: credo
che questo sarebbe per il Paese un salto di non poco conto! Sarebbe uscire da un’epoca,
da un’età, da anni che lasciano un po’ tutti noi perplessi”.
Sfide, quelle
poste dall’età contemporanea, che diventano però anche difficoltà per l’Università:
“Ma
… le difficoltà sono – certo – crescenti perché le risorse sono meno: quelli che si
considerano i finanziamenti pubblici decrescono, la riforma è costata ad ogni università
e quindi abbiamo ancora più bisogno di risorse di quanto ne potesse avere bisogno
ieri. Tutto questo è vero. Ci sono anche difficoltà talvolta più insidiose: noi siamo
da sempre un’Università non statale, un’Università che rivendica orgogliosamente la
propria autonomia; molto spesso tutta una serie di norme, regolamenti che non finiscono
più rischiano anche di imbrigliare ciò di cui invece soprattutto adesso c’è bisogno,
cioè di modelli di libertà, il più possibile liberi”.
L’Università Cattolica
è una realtà in continua crescita: sono oltre 41.000 gli studenti distribuiti nelle
cinque sedi e nelle 14 facoltà che offrono 52 corsi di laurea. Aumentano le immatricolazioni
passate quest’anno ad oltre 12.700, quasi il 30% in più rispetto all’anno precedente.
Il 74% dei laureati della Cattolica trova poi lavoro entro sei mesi dalla laurea.
La
prolusione è stata tenuta dalla prof.ssa Hanna Barbara Gerl-Falkovitz dell’Università
di Dresda, che ha affrontato il tema di Romano Guardini e il genio femminile come
contributo all’antropologia del XX secolo. **********