Angelo Paoluzi, docente di giornalista alla Lumsa Se verrà confermata
la sentenza di condanna a morte per Saddam Hussein, questa non aiuterà a placare la
guerriglia. Se non sarà eseguita, sarà giudicata un atto di debolezza. Il
verdetto della Corte sulla fine dell'ex dittatore iracheno segna l'inizio di un momento
difficilissimo per l'intera popolazione del Paese che probabilmente si sentirà sempre
oggetto di una giustizia che non le appartiene fino in fondo. Lo dimostra un processo
che non è stato 'limpido', come invece si può considerare quello di Norimberga.