2006-11-03 14:18:59

Il problema dell'incertezza nella scienza al centro della plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze


(3 novembre 2006 - RV) E’ iniziata, stamane in Vaticano, la Sessione plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze sul tema “La prevedibilità nella scienza: accuratezza e limiti”. Al centro dei lavori, in particolare, il problema dell’incertezza scientifica riguardo a tematiche come la previsione dei terremoti o la caduta di corpi celesti, l’insorgenza improvvisa di pandemie o i cambiamenti climatici. Ma quale riflessione provoca questa dimensione dell’incertezza? Giovanni Peduto lo ha chiesto al cancelliere della Pontificia Accademia mons. Marcelo Sanchez Sorondo:


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R. – Naturalmente è il grande motore della ricerca, perché come dice Shakespeare, ci sono tante cose cui non si è pensato. La realtà è molto più grande. Quindi, l’incertezza o l’ammirazione sono il motore della ricerca. La scienza non potrà mai determinare tutte le cose. C’è sempre qualcosa che sfugge, non alla mente di Dio, ma alla nostra, perché la realtà è molto più ricca della nostra mente. Qui c’è una dialettica fra quello che possiamo sapere e quello che non possiamo sapere.


D. – Il discorso della fede come si colloca nella tematica di questa Plenaria?


R. – Si colloca molto bene, perchè sembra che uno dei motivi per il quale nelle città moderne è aumentato l’ateismo o l’agnosticismo è il fatto che ci si sente più sicuri con la scienza: così non avremmo più bisogno di Dio, perché possiamo conoscere il futuro. Non avremmo più bisogno della Provvidenza di Dio. Noi sappiamo che questa è una riduzione scientista. Anche i grandi scienziati non lo pensano, perchè naturalmente ci sono campi nei quali la scienza non potrà mai darci una risposta, e sono i campi delle grandi domande: “Da dove veniamo? Dove andiamo? Chi siamo, nel profondo di noi stessi?” La scienza può prevedere tanto, anche grazie alla matematica. Eppure, ci sono cose che sfuggono alla stessa matematica: il problema dell’essere in quanto essere in filosofia, il problema della teologia, sfuggono alla matematizzazione. Quindi, la questione è dimostrare anche che ci sono ambiti a livello della ragione che sfuggono alla determinazione della scienza. L’importante, quindi, è dire che la nostra fede non è incompatibile con la scienza, anzi, è stata la nostra fede che ha sviluppato la scienza moderna. Galileo si spiega solo nell’ambito della fede cristiana. **********








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