(2 novembre 2006 - RV) L’intera comunità accademica della Pontificia Università Gregoriana
attende con gioia e trepidazione la visita di Benedetto XVI, che domani mattina, alle
ore 10.30, si recherà nel prestigioso ateneo di piazza della Pilotta. Quella di domani
è la 26.ma visita di un Papa alla Gregoriana, fondata nel 1564, e di cui Pio XI diceva
è “sempre per il Papa…la sua vera e propria Università: Pontificia in tutto il significato
del nome”. In effetti, questo legame con il Pontefice è particolarmente forte: è il
Papa infatti a nominare il Magnifico Rettore della Gregoriana, mentre, da statuto,
il Gran Cancelliere dell’università è il prefetto della Congregazione per l’educazione
cattolica. Al Rettore, padre Gianfranco Ghirlanda, Marco Cardinali ha chiesto innanzitutto
quale significato assuma questa visita del Papa per gli studenti: ********** R.
– Quando ho pensato di invitare il Santo Padre, subito ho pensato soprattutto agli
studenti, perchè l’università è degli studenti, che vengono da tutte le parti del
mondo e che, quindi, portano qui a Roma la loro esperienza di fede delle proprie chiese
particolari, anche l’esperienza di fede di culture tanto diverse. Roma è il centro
della cristianità e, quindi, a Roma e alla Gregoriana si arricchiscono dell’esperienza
della universalità della Chiesa. Fin dalle origini, i vari collegi di Roma, i cui
alunni frequentavano le lezioni al Collegio romano, furono affidati alla Compagnia
di Gesù, per essere, appunto, gli studenti formati alla fedeltà al romano Pontefice,
in un tempo in cui in Europa veniva rotta la comunione con il romano Pontefice. La
situazione ora è mutata, ma non è meno necessaria una formazione al senso della comunione
con il romano Pontefice, senso di comunione che porteranno poi nelle loro chiese particolari.
D.
– C’è anche l’altra parte dell’università che è il corpo docente. Cosa significa,
dunque, la visita per tutti i professori che insegnano alla Gregoriana?
R.
– Ogni docente, nel suo insegnamento, quanto mai qui all’Università Gregoriana, non
può non tener conto del magistero e del magistero universale della Chiesa, nella sua
stessa riflessione e insegnamento. Ma, nello stesso tempo, è la stessa riflessione
dei professori che aiuta il magistero, che sempre più profondamente va scrutando le
verità che nostro Signore ci ha rivelato. Quindi, si tratta di una fedeltà attiva
e di servizio rispetto al magistero. E, appunto, anche qui l’incontro potremmo dire
fisico con il romano Pontefice vuole significare questo rapporto, dal quale non si
può prescindere.
D. – C’è un’altra peculiarità della Gregoriana, che è
il fatto che è retta dalla Compagnia di Gesù, che da più di 450 anni opera nel campo
culturale, attraverso l’insegnamento e la pedagogia di Sant’Ignazio, che ne è il fondatore.
Cosa vuol dire per la Compagnia di Gesù questa visita?
R. – La Gregoriana
oggi, erede del Collegio romano, che è stata fondata dallo stesso Sant’Ignazio, qui
nel cuore della cristianità, è un’opera affidata dalla Santa Sede alla Compagnia di
Gesù e la Compagnia di Gesù allora è consapevole di aver ricevuto e di continuare
a ricevere questa missione dal Papa e cerca di assolverla con fedeltà e spirito di
servizio, per una maggior gloria di Dio. **********