2006-10-28 13:44:44

La denuncia della Santa Sede all’Onu: libertà religiosa calpestata in molte regioni del mondo


(28 ottobre 2006 - RV) Il dialogo interreligioso a tutti i livelli è di cruciale importanza: sono parole di mons. Celestino Migliore, Osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU, intervenuto ieri a New York alla 61esima Assemblea delle Nazioni Unite. Il tema era: promozione e difesa dei diritti umani. Il servizio di Fausta Speranza: RealAudioMP3


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La libertà di religione o di credo non esiste in molte parti del mondo: lo ricorda mons. Migliore, sottolineando che a soffrirne sono singoli o comunità, in particolare minoranze religiose. Sottolinea che “il Papa è preoccupato per quelle situazioni in cui misure legislative o amministrative, assunte o ventilate, mettono limiti alla pratica, l’osservanza o la testimonianza della religione”. E poi Benedetto XVI guarda con apprensione ai casi in cui “la religione o la libertà di religione sono usate a pretesto o a giustificazione per la violazione di altri diritti umani”.


Mons. Migliore spiega che a volte, “per interessi di gruppi o lotte di potere, si cerca di impedire ad alcune comunità di illuminare le coscienze di molti mettendoli così in grado di agire liberamente e responsabilmente secondo le vere esigenze della giustizia”. Così come può essere espressione di intolleranza denigrare le comunità religiose e escluderle dal dibattito pubblico e dalla cooperazione soltanto perché non possono essere d’accordo con alcune scelte o adeguarsi a pratiche che sono contrarie alla dignità dell’uomo.

Da qui l’appello a “chi prende decisioni a livello nazionale o globale, a autorità legali e politiche e a tutti gli uomini di buona volontà perché contribuiscano ad assicurare che le diverse espressioni religiose non siano coercizzate o ridotte al silenzio”.


Mons. Migliore ricorda che tra i fondamenti etici delle Nazioni Unite ci sono il diritto di pensiero, di coscienza e di religione. Sottolinea che “la religione è più che materia di pensiero o di coscienza, ma è qualcosa che ha la potenzialità di legare insieme i diversi membri della famiglia umana”. E aggiunge che “non si può sottostimare il potere che ha in certi contesti, in particolare nei conflitti o nelle divisioni, di far volgere le menti a pensieri di riconciliazione, di rendere capaci i nemici di parlarsi, di incoraggiare processi di pace”.

L’Osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU ricorda che siamo nel 25.mo anniversario dell’adozione della Dichiarazione per l’eliminazione di ogni forma di intolleranza e discriminazione basata su religione o credo. Nella consapevolezza di tutti i casi in cui il livello di discriminazione è alto, mons. Migliore ribadisce i principi di un’autentica libertà religiosa: “non è soltanto tolleranza ma è il rispetto del diritto di credere, di esercitare il culto, di proporre e testimoniare la propria fede”.
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