2006-10-27 15:32:19

I Focolari rilanciano l'economia di comunione per fare "impresa" secondo il Vangelo


(27 ottobre 2006 - RV) = “Per una società senza più poveri”: è questo il sogno che anima il progetto dell’Economia di comunione lanciato da Chiara Lubich quindici anni fa nel corso di un viaggio in Brasile, di fronte allo scandalo del divario crescente tra ricchi e poveri. Un progetto che coinvolge a tutt’oggi oltre 700 imprese che stanno sul mercato, in vari Paesi. Un’esperienza che si rende visibile nei poli imprenditoriali che stanno nascendo in alcune cittadelle dei Focolari. Domani si inaugura il primo polo europeo, con 15 aziende, sorto presso la cittadella internazionale di Loppiano nei pressi di Firenze. Oggi un convegno, con una folta partecipazione internazionale, approfondisce questa esperienza innovativa, dal titolo “Semi di fraternità in economia. E’ possibile la fraternità in ambito economico?”. Lo slogan ha fornito l’interrogativo da cui ha tratto spunto la sociologa brasiliana Vera Araujo. Evidente è l’urgenza di rifondare i punti nodali dell’economia sul principio di fraternità, in un mondo dove il mercato è diventato “una sorta di potere che impone i suoi criteri di giudizio, cultura, valori, metodi a popolazioni, stati, istituzioni”. Risultato: continua crescita delle disuguaglianze. L’attuazione in questi 15 anni del progetto dell’Economia di comunione dimostra che è possibile basare l’economia sulla fraternità. Non solo: si può imprimere una svolta, anche se ancora a livello germinale. Ne ha parlato l’economista Luigino Bruni. La prima idea lanciata da Chiara Lubich è la tripartizione degli utili delle imprese: la prima parte per il suo sviluppo e la creazione di nuovi posti di lavoro. Una seconda parte per la formazione alla nuova cultura del dare in antidoto alla cultura consumistica dell’avere, la terza per i più poveri. Elementi innovativi che contribuiscono a sviluppare un mondo senza più indigenti. “Certo, le aziende dell’economia di comunione saranno sempre poche rispetto al numero delle imprese sui mercati, ma – ha osservato il prof. Bruni – i grandi cambiamenti epocali sono spesso il risultato di minoranze carismatiche che hanno dato vita a modelli e a comunità visibili capaci di generare uno spirito emulativo”. Significativa l’esperienza di un imprenditore nell’ambito farmaceutico, Armando Tortelli, brasiliano. Dirige la Prodiet: 180 dipendenti, 35 milioni di fatturato. Un’impresa che proprio per aver condiviso gli utili in questi anni ha registrato una crescita anche nei rapporti con i dipendenti, i concorrenti, senza cedimenti alla corruzione ed evasione fiscale. Nel pomeriggio, la testimonianza dei poveri, e una tavola rotonda con esponenti di altre esperienze di economia sociale.








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