Mons. Tomasi auspica la democratizzazione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU
(25 ottobre 2006 - RV) Si è celebrata ieri in tutto il mondo la Giornata internazionale
delle Nazioni Unite. Un’occasione per parlare delle grandi sfide che deve affrontare
l’ONU e delle attese riforme dell’organizzazione anche in vista dell’insediamento
nel gennaio prossimo del nuovo segretario generale, il sudcoreano Ban Ki-Moon. Al
riguardo Roberta Gisotti ha intervistato mons. Silvano Tomasi, osservatore permanente
della Santa Sede presso l’Ufficio ONU di Ginevra:
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R. - C’è molta fiducia che il cambio al vertice delle Nazioni Unite possa accelerare
il processo di riforma di questa enorme macchina burocratica che si trova in panne.
E’ stato fatto un primo passo con la riforma del Consiglio dei diritti umani, dove
anche lì, dopo quasi un anno di esperimento, si vedono certi limiti che richiedono
forse degli aggiustamenti. Poi c’è la questione fondamentale che riguarda il Consiglio
di Sicurezza. E’ lì dove le battaglie più forti e più dure vengono fatte, perchè ci
vorrebbe una partecipazione più ampia e reale in questa struttura. Il problema è che
finora tutte le proposte fatte si sono trovate bloccate da veti incrociati. Se si
riuscisse a far in modo che le Nazioni Unite, attraverso il Consiglio di Sicurezza,
rimanessero efficaci, allo stesso tempo però dando forse una voce più forte all’Assemblea
generale, si potrebbe fare un po’ di strada. Questo è il cammino su cui si sta riflettendo,
per trovare uno degli sbocchi a questa esigenza che si sente di rinnovare, di modernizzare.
D.
– E’ un appuntamento che non si può mancare…
R. – Occorre aggiornare le
strutture delle Nazioni Unite, anche perchè non si possono limitare le decisioni fondamentali
ad un piccolo gruppo di persone. Bisogna che il mondo e le popolazioni del mondo abbiano
voce in capitolo. Questo è il grande dilemma: come equilibrare queste due esigenze?
D.
– La riforma è l’unica via perché le Nazioni Unite possano svolgere il loro ruolo
istituzionale, con una maggiore partecipazione…
R. – La legittimità delle
Nazioni Unite dipende dalla partecipazione reale di tutti i Paesi del mondo, altrimenti
cadiamo nella teoria politica dell’unilateralismo. Abbiamo alcuni Stati che siccome
sono forti possono permettersi di camminare per conto loro e abbiamo visto, anche
nei mesi recenti, quali tragedie e quali problemi possano portare. **********