Papst Benedikt XVI. hat gestern das Requiem für Kardinal Francesco Mario Pompedda
gefeiert. In seiner Predigt im Petersdom erinnerte der Papst an das Wirken des früheren
Präfekten der Apostolischen Signatur. Pompedda war 1957 im Petersdom zum Priester
geweiht worden und 1998 zum Bischof. 2001 war er von Papst Johannes Paul II. zum Kardinal
kreiert worden. Neben seinem Dienst als Kirchenjurist wirkte Pompedda auch als Hilfspfarrer
in der stadtrömischen Pfarrei „Santa Maria di Guadalupe“ auf dem Monte Mario. (rv
211006 mc) Lesen Sie hier die Ansprache des Papstes
im italienischen Original:
Cari fratelli e sorelle!
A distanza di qualche
giorno soltanto, ci ritroviamo riuniti in preghiera per porgere l’ultimo saluto ad
un altro nostro fratello, il Cardinale Mario Francesco Pompedda, che il Signore ha
chiamato a sé, dopo un lungo periodo di sofferenza. In questi momenti di mestizia
e di dolore ci viene in aiuto la parola di Dio, che illumina la nostra fede e sostiene
la nostra speranza: la morte non ha l’ultima parola sul destino dell’uomo. “La vita
non è tolta – ci assicura la Liturgia – ma trasformata, e mentre si distrugge la dimora
di questo esilio terreno, viene preparata un’abitazione eterna nel cielo” (Prefazio
dei defunti I).
Nella prima Lettura, tratta dal libro del profeta Ezechiele,
abbiamo ascoltato parole cariche di consolazione: “Ecco, io faccio entrare in voi
lo spirito e rivivrete…; saprete che io sono il Signore” (37,5.6). La visione del
profeta ci proietta verso il trionfo definitivo di Dio, quando farà risorgere i morti
alla vita senza fine. La descrizione che Ezechiele traccia di “un esercito grande,
sterminato” ci fa pensare ad una moltitudine di salvati, tra i quali amiamo pensare
ci sia anche questo nostro fratello. Dice Gesù nel Vangelo: “Chi crede in me, anche
se muore vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno” (Gv 11, 25–26).
Con questa certezza ha vissuto ed è morto il Cardinale Mario Francesco Pompedda.
Era nato il 18 aprile del 1929 a Ozieri, in Sardegna e, dopo aver compiuto gli studi
ginnasiali nel seminario arcivescovile di Sassari e quelli liceali nel seminario regionale
di Cagliari, aveva completato la formazione filosofica, teologica e giuridica a Roma
presso la Pontificia Università Gregoriana, il Pontificio Istituto Biblico e la Pontificia
Università Lateranense. Ottenne anche il titolo di Avvocato Rotale frequentando lo
“Studium Sacrae Romanae Rotae”. Venne ordinato sacerdote il 23 dicembre di
55 anni fa in questa stessa Basilica di San Pietro. Ed ancora in questa Basilica fu
consacrato Vescovo con il titolo arcivescovile di Bisarcio dal mio Predecessore, il
servo di Dio Giovanni Paolo II, il 6 gennaio 1998. Qui oggi, ancora nella Basilica
di San Pietro, si celebra il suo funerale.
Tutta la vita egli ha speso al servizio
della Santa Sede da quando, nel 1955, iniziò a lavorare presso il Tribunale della
Rota Romana con vari incarichi fino alla nomina di Difensore del vincolo e successivamente,
nel 1969, di Prelato Uditore. Nel 1993 divenne Decano del medesimo Tribunale Apostolico
e Presidente della Corte d’Appello dello Stato della Città del Vaticano. La sua preparazione
teologica, biblica e specialmente giuridica lo rese competente collaboratore di diversi
Dicasteri della Curia Romana, sino ad assumere l’alta responsabilità di Prefetto del
Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e di Presidente della Corte di Cassazione
dello Stato della Città del Vaticano.
Al quotidiano lavoro nella Rota Romana
e poi nella Segnatura Apostolica, all’insegnamento presso la Facoltà di Diritto Canonico
della Pontificia Università Gregoriana e dell’Ateneo Romano della Santa Croce, il
Cardinale Pompedda ha unito l’attività pastorale, esercitando il ministero sacerdotale
per una trentina d’anni nella parrocchia di Nostra Signora di Guadalupe a Monte Mario.
Comunicava a quanti lo incontravano la solidità della sua fede ed illuminava le coscienze
con i principi e gli insegnamenti della dottrina cattolica. Con i limiti di ogni umana
creatura, si è sforzato di servire Cristo servendo la Chiesa, collaborando con il
Successore di Pietro in tutte le varie mansioni che gli furono via via affidate. Quando
cinque anni or sono, il 21 febbraio del 2001, venne creato Cardinale dall’amato Giovanni
Paolo II, egli avvertì ancor più il valore e la responsabilità di dover servire e
testimoniare il Vangelo “usque ad effusionem sanguinis”.
L’ultimo tratto
del suo cammino terreno è stato segnato da una malattia, che gli ha praticamente impedito
di svolgere qualsiasi attività. Assimilato così alla passione di Cristo, questo nostro
amico e fratello si è dovuto progressivamente distaccare da tutto per abbandonarsi
senza riserve alla volontà divina. “Soli Deo” era il motto che scelse quando
fu eletto Arcivescovo; solo in Dio ha potuto trovare vero conforto nei momenti della
sofferenza e della prova ed ora è Lui, il Padre celeste, a spalancargli le braccia
del suo amore misericordioso. Ricorda san Paolo nella Lettera ai Romani: “Dio dimostra
il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto
per noi. A maggior ragione ora, giustificati per il suo sangue, saremo salvati dall’ira
per mezzo di lui” (5,6–9). La fiducia in Cristo ha guidato sempre, ma in particolar
modo negli ultimi mesi, l’esistenza del Cardinale Pompedda, la cui anima ora affidiamo
alla misericordia del Padre.
Quanto confortanti risuonano, a questo proposito,
le parole che abbiamo ascoltato qualche minuto fa nel Vangelo: “Questa è la volontà
del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io
lo risusciterò nell’ultimo giorno” (Gv 6,40). Chi crede in Cristo ha la vita
eterna. Gesù non elimina la morte. Essa resta come pesante debito da pagare al nostro
limite umano e al potere del male. Con la sua risurrezione, però, Egli ha sconfitto
la morte per sempre. E con Lui l’hanno sconfitta anche coloro che in Lui credono e
dalla sua pienezza attingono grazia su grazia (cfr Gv 1,16) Questa consapevolezza
illumina ed orienta l’esistenza di tutti i credenti. Con la certezza che Cristo è
il vincitore della morte e con la speranza di essere da Lui risuscitato nell’ultimo
giorno, si è spento il Cardinale Mario Francesco Pompedda. Nel suo esodo da questo
mondo lo accompagniamo con la nostra fraterna preghiera, affidandolo alla celeste
protezione di Maria. Gli conceda il Signore, per intercessione della Vergine Santissima,
il riposo promesso ai suoi amici, e nella sua misericordia lo introduca nel Regno
della luce e della pace. Stretti con affetto attorno alle spoglie mortali del Cardinale
Pompedda, noi chiediamo a Dio di vivere costantemente protesi verso Cristo che “prendendo
su di sé la nostra morte, ci ha liberati dalla morte e sacrificando la sua vita ci
ha aperto il passaggio alla vita immortale” (Prefazio dei defunti II). Amen!