Minacce alla democrazia dal relativismo: così mons. Frontiero all'OSCE
(18 ottobre 2006 - RV) “La democrazia autentica è possibile solo in uno Stato governato
dalla legge, e sulle basi di una corretta concezione della persona umana e della sua
intrinseca dignità, di cui è dotato ogni individuo”. Lo ha ribadito, a nome della
Santa Sede, mons. Frontiero, officiale del Pontificio Consiglio della Giustizia e
della Pace, sottolineando l’esigenza di far progredire sia l’individuo “attraverso
l’educazione e la formazione ai veri ideali”, sia il corpo sociale “attraverso la
creazione di strutture di partecipazione e di responsabilità partecipata”. Mons. Frontiero
ha messo in guardia dal considerare l’agnosticismo e il relativismo scettico filosofie
e attitudini fondamentali rispondenti a forme democratiche di vita politica. “Spesso
quelli che sono convinti di conoscere la verità e fermamente vi aderiscono sono considerati
inaffidabili da un punto di vista democratico, poiché essi non accettano che la verità
è necessariamente determinata dalla maggioranza, o che essa è soggetta a variazioni
a seconda dei diversi equilibri politici”. Per questo la Santa Sede è convinta – ha
spiegato mons. Frontiero – “che se non c’è una verità ultima a guidare e a dirigere
l’attività politica, quelle idee e convinzioni possono facilmente essere manipolate
per ragioni di potere. Come la storia dimostra, una democrazia si converte facilmente
in un totalitarismo aperto o subdolo”.
Del resto – ha osservato il delegato
vaticano – una democrazia autentica comporta l’impegno di progredire, difendendo i
diritti umani, preservando l’ambiente, aumentando la partecipazione civile e la rappresentanza
politica per mezzo di organizzazioni locali, regionali e multilaterali di cittadini
e gruppi, necessari a realizzare il bene comune.