2006-10-18 14:33:45

Benedetto XVI all'udienza generale: la vicenda di Giuda, l'apostolo traditore, sollecita a credere nella infinita misericordia di Dio. Il Papa prega per le vittime della metro di Roma


(18 ottobre 2006 - RV) “Quando pensiamo al ruolo negativo di Giuda nella storia di Gesù, dobbiamo pensare alla superiore conduzione degli eventi da parte di Dio”. Mistero divino e azione storica si intrecciano nella persona di Giuda Iscariota. Benedetto XVI ha dedicato l’udienza generale di oggi in Piazza San Pietro all’apostolo che tradì il Cristo: una vicenda, ha detto il Papa, che esalta la grandezza della misericordia di Dio e insieme il suo rispetto per le scelte dell’uomo. Al termine della catechesi, Benedetto XVI ha avuto parole di conforto per le vittime dell’incidente della metropolitana di Roma. Il servizio di Alessandro De Carolis: RealAudioMP3


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Una figura evangelica, un apostolo, del quale si ricorda l’atto di infamia assoluta che l’ha reso un simbolo negativo, un epiteto proverbiale: Giuda il traditore. Eppure, Giuda, è allo stesso tempo un uomo che, pur col suo “gesto inescusabile”, si inserisce nel “misterioso progetto salvifico di Dio”. Benedetto XVI ha tracciato, nella sua catechesi, svolta in un’assolata e affollata Piazza San Pietro, i due estremi di una storia che tocca le profondità della debolezza umana e insieme i vertici della storia della Salvezza:


(Lettura del brano evangelico):
“Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì e riportò le trenta monete d’argento ai sommi sacerdoti e agli anziani dicendo: ‘Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente’”.


Il Papa ha dato voce alle due domande principali che scaturiscono dalla lettura dei brani che descrivono il tradimento dell’Iscariota, sul quale gli evangelisti sono concordi nel definirlo “uno dei Dodici”. Perché Gesù ha dato fiducia a Giuda? E soprattutto, perché Giuda scelse di tradirlo? Nel primo caso, ha osservato Benedetto XVI, “il mistero della scelta rimane”:


“Ancora di più si infittisce il mistero circa la sua sorte eterna, sapendo che Giuda si pentì e riportò le trenta monete d’argento ai sommi sacerdoti e gli anziani, dicendo:’Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente’. Benché egli si sia poi allontano per andare ad impiccarsi, non spetta a noi misurare il suo gesto, sostituendoci a Dio, infinitamente misericordioso e giusto”.


Sul perché Giuda scelse di tradire Gesù, alcuni esegeti hanno ritenuto per avidità di denaro. Oppure, secondo altri, per una “delusione messianica”: Gesù non si rivelerà il liberatore politico di Israele. Tuttavia i Vangeli, ha ricordato Benedetto XVI vanno in un’altra direzione: Giuda cedette a una tentazione del Maligno. Un’evidenza, questa, che “va oltre le motivazioni storiche” per investire la sfera della “responsabilità personale”. Anche Pietro rinnegò Cristo, ma seppe accettarne il perdono. In Giuda, ha osservato il Pontefice, il pentimento “degenera in disperazione” e alla fine in un atto di “autodistruzione”:


“E’ per noi un invito a tener sempre presente quanto dice San Benedetto: ‘Non disperare mai della misericordia divina’. (…) Gesù rispetta la nostra libertà; Gesù aspetta la nostra disponibilità al pentimento e alla conversione: è ricco di misericordia e di perdono”.


Se “le possibilità di perversione del cuore umano sono davvero molte”, l’“unico modo di ovviare ad esse - ha spiegato ancora il Papa - consiste nel non coltivare una visione delle cose soltanto individualistica, autonoma, ma al contrario nel mettersi sempre e di nuovo dalla parte di Gesù, assumendo il suo punto di vista”. La vicenda di Giuda, poi, ha un ulteriore epilogo, rappresentato dall’apostolo Mattia, eletto dopo la Pasqua al posto dell’Iscariota. Di lui, ha rammentato Benedetto XVI, si ricorda la grande fedeltà del testimone che seguì Cristo lungo tutta la sua vita terrena. Un esempio che apre a un altro insegnamento:


“Anche se nella Chiesa non mancano cristiani indegni e traditori, spetta a ciascuno di noi controbilanciare il male da essi compiuto con la nostra limpida testimonianza a Gesù Cristo, nostro Signore e Salvatore”.


Al termine dell’udienza, Benedetto XVI ha ricordato un altro apostolo di cui oggi la Chiesa fa memoria, l’evangelista S. Luca, ed ha salutato in particolare i religiosi di tre famiglie religiose impegnati nei rispettivi capitoli generali: i Passionisti, i Fatebenefratelli e le Missionarie di Tutzing. Infine, il Papa ha rivolto un pensiero di solidarietà alle vittime dell’incidente avvenuto ieri nella metropolitana di Roma:


“Sono particolarmente vicino a quanti sono stati colpiti dal tragico evento”; Ad essi desidero esprimere sentimenti di conforto e di affetto, assicurando uno speciale ricordo nella preghiera”.
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