L'ONU vara sanzioni morbide contro la Corea del Nord
(15 ottobre 2006 - RV) Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato
ieri una risoluzione che condanna il test nucleare condotto dalla Corea del Nord
lunedì scorso. Il documento, varato dopo una giornata di negoziati, impone sanzioni
commerciali a Pyongyang per forzare il ritorno alla trattativa sul disarmo della penisola
coreana. Ce ne Parla Eugenio Bonanata:
******** I membri del Consiglio di
Sicurezza hanno approvato all’unanimità il testo, che, tuttavia, è una versione diversa
da quella - più dura - proposta inizialmente dagli Stati Uniti. Le sanzioni sono state
progressivamente ammorbidite nel corso dei negoziati che hanno visto in regia soprattutto
Russia e Cina. Mosca ha ottenuto l’inserimento del testo sotto l’articolo 41 del capitolo
sette della Carta dell’ONU, che in pratica esclude l’uso delle armi per far applicare
la risoluzione. Risoluzione che ovviamente chiede alla Corea del Nord di smetterla
con il nucleare. Il testo, che per Bush è una risposta "rapida e decisa", vieta scambi
con la Corea del Nord di tutti i materiali che potrebbero contribuire alla realizzazione
di programmi nucleari. L’embargo riguarda le armi convenzionali, ma non tutte come
chiedeva inizialmente Washington, ma solo carri armati, navi e aerei da combattimento
e missili. In questo quadro l’ONU chiede agli Stati membri di ispezionare i cargo
in entrata e in uscita dalle acque nordcoreane, ma tale richiesta – come voleva la
Cina – non è un obbligo. A livello economico poi gli Stati – recita la risoluzione
– dovrebbero congelare i fondi di quelle persone che sostengono l’armamento nordcoreano.
A queste persone dovrebbe inoltre essere impedito di viaggiare liberamente. La Corea
del Nord, attraverso il suo ambasciatore all’ONU, ha fatto sapere che il Consiglio
di Sicurezza si comporta come un “gangster”. Tuttavia oggi fonti diplomatiche russe
affermano che Pyongyang, attualmente impegnata a valutare bene le cose, penserebbe
ad una ripresa dei negoziati sulla denuclearizzazione della penisola. Questo mentre
in Giappone, Paese storicamente antinucleare, si discute della possibilità atomica
per non soccombere in caso di attacco nordcoreano. ***********