Il commento di padre Rupnik al Vangelo della domenica
In questa 28a Domenica del Tempo Ordinario, la Liturgia ci propone il dialogo di Gesù
col giovane ricco. Questi osserva da sempre i comandamenti, ma chiede al Signore cos’altro
deve fare per avere la vita eterna. Gesù risponde:
«Una cosa sola ti manca:
và, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e
seguimi».
Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò triste, poiché
aveva molti beni. Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo
gesuita padre Marko Ivan Rupnik:
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Il ricco che si atteneva a tutti i comandamenti, non era in grado di distogliere
lo sguardo da ciò che possedeva, per affidarsi ad una relazione integra e totale con
Cristo, il Messia. E’ un’immagine dell’uomo che si sforza di fare tutto bene e adempiere
ogni dovere, ma che comunque non percepisce il respiro di Dio nella sua vita. E’ quella
relazione vibrante che dà la vita. Il Vangelo dice che si è rattristato e se ne è
andato afflitto. La tristezza è un sentimento importante nella vita spirituale. I
Padri dicono che una è la tristezza spirituale, quella che nasce insieme al pentimento
e muove la persona a gettarsi al collo del proprio Signore e Salvatore, che si offende
con i propri peccati. Un’altra è la tristezza nella quale pesca il maligno e proviene
dall’invidia, dall’avarizia e dall’attaccamento alle cose nelle quali si è posata
la nostra speranza. Le cose non salvano l’uomo, ma lo illudono, e perciò deludono,
ma chi pone la sua fiducia nel Signore non resta deluso. **********