La gioia della Chiesa per il Sinodo indetto dal Papa sul tema della Parola di Dio:
il commento del card. Martini
(10 ottobre 2006 - RV) “Solo chi si pone innanzitutto in ascolto” della Parola di
Dio “può poi diventarne annunciatore” perché quella che si deve insegnare non è una
“propria sapienza, ma la sapienza di Dio”. E’ quanto più volte ribadito da Benedetto
XVI, che nei giorni scorsi ha indetto la Dodicesima Assemblea Generale Ordinaria
del Sinodo dei Vescovi sul tema: La Parola di Dio nella vita e nella missione della
Chiesa. L’assemblea sinodale si svolgerà in Vaticano dal 5 al 26 ottobre del 2008.
Il Papa invita tutti i fedeli alla lettura assidua della Bibbia perché, come dice
San Girolamo, “chi ignora le Sacre Scritture ignora Cristo”. Ma come ha accolto la
convocazione di questo Sinodo il cardinale Carlo Maria Martini, definito da Benedetto
XVI “un vero maestro della Lectio divina? Ascoltiamo l’arcivescovo emerito di Milano
al microfono di Fabio Colagrande:
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R. – Questa convocazione desta in me una grande gioia, perchè mi ricordo che fin
dai primi Sinodi universali cui ho partecipato come arcivescovo di Milano, dall’inizio
degli anni ’80 - quando ci chiedevano alla fine del Sinodo: “su quale argomento proponete
che si tenga il prossimo Sinodo?” - io ho sempre insistito sul tema della Parola di
Dio. Quindi, ho sempre desiderato che diventasse argomento di un Sinodo. Finalmente
vedo che Papa Benedetto XVI ha esaudito questo mio voto, che ho espresso anche in
tante altre occasioni pubbliche. Sono molto contento, quindi, di questa scelta del
Papa e credo che ne verranno grandi vantaggi per la Chiesa.
D. – Eminenza,
in che modo la Parola di Dio può essere un mezzo privilegiato per il rinnovamento
della Chiesa?
R. – La Chiesa nasce dalla Parola di Dio, il cui significato
ultimo è il Verbo stesso di Dio e il Verbo incarnato, Gesù Cristo. E’ la Parola dei
profeti, la Parola degli apostoli e, infine, la Parola scritta della Bibbia. La Chiesa
nasce da questa Parola e quindi si rinnova, si rigenera, ogni volta che ritorna a
questa Parola. In particolare, la Parola della Scrittura è proprio nelle mani della
Chiesa, perchè la Chiesa vi attinga largamente e perchè si rinnovi a questo contatto.
Infatti, questa Parola di Dio che ci porta alla volontà di Dio stesso, il desiderio
di Dio di comunicarsi a noi, ci dice anche qual è il piano di Dio, che cosa vuole
Dio da noi, cosa vuole dalla Chiesa, qual è il nostro dovere, qual è il nostro futuro.
Quindi, la Chiesa continuamente si rinnova abbeverandosi alla fonte della Parola di
Dio, così come si rinnova nutrendosi dell’Eucaristia.
D. – Quindi, lei
crede che sia arrivato il momento in cui la Chiesa debba tornare ad abbeverarsi alla
Parola?
R. – Sì, certamente. Questo lo diceva già il Concilio Vaticano
II, che ci ha esortato a nutrirci più ampiamente della Parola di Dio - ciò è avvenuto
anche con il rinnovamento liturgico – ma ha esortato anche tutti i laici a nutrirsi
quotidianamente della Parola e ad imparare a pregare dalla Parola. Questo dobbiamo
continuamente metterlo in pratica, perchè ci vuole molto tempo affinché si attui questo
desiderio del Concilio.
D. - Il Sinodo si svolgerà nell’ottobre del 2008,
ma lei, che più volte aveva auspicato un incontro su questo tema, già immagina delle
indicazioni pastorali che potrebbero sorgere da questo incontro, da questo confronto?
R.
– Bisogna vedere quali domande porrà più concretamente il Papa. Mi pare, però, che
in ogni caso, partire dalla Dei Verbum, che è stato il documento fondamentale sul
quale la Chiesa ha espresso la sua convinzione riguardante la Parola di Dio, sarà
certamente importante per questo Sinodo. Soprattutto mi parrebbe molto bello esaminare
attentamente il capitolo sesto della Dei Verbum, cioè quel capitolo che dice che cosa
fa la Chiesa con la Parola di Dio, come la Chiesa si nutre di essa nella teologia,
nella catechesi, nella liturgia e poi soprattutto quel passo che ha già ricordato
varie volte Papa Benedetto XVI, che parla della Parola di Dio nella vita dei cristiani,
che devono imparare a meditare sulla Parola con quella che è chiamata oggi la Lectio
divina, cioè l’accostamento orante alla Parola di Dio, per imparare a pregare a partire
da essa. Su tutto questo il Sinodo dovrà interrogarsi, dovrà chiedere come abbiamo
messo in pratica la Dei Verbum, come viviamo nelle nostre comunità la Lectio divina.
Quindi, credo che sarà certamente un momento molto importante, per la storia e la
vita della Chiesa. **********