2006-09-29 14:19:41

"E' l'amore la vera forza rivoluzionaria che cambia il mondo": così il Papa al nuovo ambasciatore albanese


(29 settembre 2006 - RV) E’ “l’amore la vera forza rivoluzionaria che cambia il mondo”: è quanto ha detto il Papa ricevendo stamane a Castel Gandolfo il nuovo ambasciatore dell’Albania, Rrok Logu, per la presentazione delle Lettere credenziali.
Il servizio di Sergio Centofanti. RealAudioMP3

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Il Papa, all’inizio del suo discorso, ha messo subito in risalto una prima caratteristica del popolo albanese: la sua aspirazione “alla verità e alla libertà … non è stata cancellata nemmeno dalla lunga e pesante dittatura comunista, dalla quale è uscito non molti anni or sono. Per crescere in un clima di autentica libertà - ha aggiunto - occorre un contesto etico-spirituale adeguato, fondato su una concezione dell’uomo e del mondo che ne rispecchi la natura e la vocazione”. E “l’Europa, con il suo ricchissimo patrimonio di idee e di istituzioni”, ha costituito nel corso di questi due millenni “un laboratorio privilegiato di civiltà”, anche se a costo di molteplici travagli e guerre. “In realtà – ha affermato Benedetto XVI – è … l’amore la vera forza rivoluzionaria che cambia il mondo e lo fa progredire verso il suo compimento”. Il Papa ricorda a questo proposito l’esempio di Madre Teresa, “figlia eletta dell’Albania”, proclamata Beata nel 2003 da Giovanni Paolo II: “con la testimonianza di una vita evangelica e con il coraggio disarmante dei suoi gesti, delle sue parole e dei suoi scritti” Madre Teresa – ha detto il Papa - “ha annunciato a tutti che Dio è amore e che ama ogni uomo, specialmente chi è povero e abbandonato”. Di questo amore – ha proseguito - la Chiesa intende dare testimonianza con le sue opere educative ed assistenziali, aperte non solo ai cattolici ma a tutti. E’ questo lo stile che ha insegnato Gesù Cristo: il bene, cioè, deve essere fatto per se stesso e non per altri fini”. E quindi ha sottolineato l’importanza della presenza e dell’opera della Chiesa Cattolica in Albania, “per la promozione della fede e dei valori spirituali come pure per il sostegno a molteplici situazioni di bisogno”.
Benedetto XVI ricorda poi “che un’eminente forma di carità è l’attività politica vissuta come servizio alla polis, alla ‘cosa pubblica’, nell’ottica del bene comune. Tale servizio si sentono chiamati a svolgere i cattolici, specialmente i fedeli laici, nel rispetto della legittima autonomia della politica e collaborando con gli altri cittadini per la costruzione di una nazione prospera, fraterna e solidale”.

Il Pontefice auspica che l’Albania possa “integrarsi anche istituzionalmente con le nazioni europee”, alle quali si sente legata “non solo per motivi geografici, ma soprattutto per ragioni storico-culturali”. Quindi parla delle molte sfide che deve affrontare il Paese, tra cui quella dell’emigrazione: “se da una parte – ha detto - è necessario combattere le cause di tale fenomeno, occorre anche creare le condizioni perché quanti lo desiderino possano ritornare in patria”. Il Papa rende omaggio “agli albanesi che, fedeli ai migliori valori della loro tradizione, sanno farsi apprezzare in Italia, in Europa e in altri Paesi del mondo”.

Per riguarda i rapporti ufficiali tra la Chiesa Cattolica e lo Stato, ha espresso il suo apprezzamento per la normativa approvata al fine di rendere esecutivo l’Accordo del 2002 tra la Santa Sede e la Repubblica di Albania, auspicando che “opportune intese seguano a regolare pure gli aspetti economici che rivestono non poca importanza. La Santa Sede vuole in tal modo contribuire al consolidamento in Albania dello stato di diritto e del necessario quadro giuridico per il reale esercizio dei diritti dei cittadini nell’ambito religioso. Ciò – ha aggiunto - favorirà inoltre la convivenza tra le diverse Confessioni religiose presenti nel Paese, che hanno saputo finora offrire un esempio di vicendevole rispetto e collaborazione, da conservare e promuovere”.


Il Papa ha concluso il suo discorso con l’auspicio espresso da Giovanni Paolo II durante la storica visita in Albania del 25 aprile 1993, quello cioè di “proseguire uniti e saldi nel cammino che conduce alla piena libertà, nel rispetto di tutti e seguendo le orme a voi familiari della pacifica convivenza, dell’aperta collaborazione ed intesa fra le diverse componenti etniche, culturali e spirituali”.
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Il nuovo ambasciatore albanese Rrok Logu ha 44 anni, è sposato e ha due figli. Laureato in ingegneria civile, parla correntemente anche l’inglese, il francese e l’italiano.








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